lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

Migliora la sicurezza nel nostro Paese

Gli indicatori oggettivi e soggettivi che misurano l’evoluzione della sicurezza in Italia mostrano una generale tendenza al miglioramento che si è accentuata nel 2020 a seguito delle limitazioni imposte dalla pandemia.

È quanto rileva l’Istat nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).

Nel 2020 sale al 61,6% la quota di persone che si dichiarano molto o abbastanza sicure quando camminano al buio da sole nella zona in cui vivono (da 57,7% nel 2019); si tratta del valore più alto dal 2010 che conferma il trend positivo iniziato nel 2018. Scende invece al 7,3%, livello minimo dal 2010, la quota di popolazione che dichiara di aver visto nella zona in cui abita persone che si drogano o spacciano droga, prostitute in cerca di clienti o atti di vandalismo contro il bene pubblico (8,3% nel 2019).

Dal 2016 continua a diminuire la quota di famiglie che considerano la zona in cui vivono molto o abbastanza a rischio di criminalità: nel 2020 si attesta al 22,6% (25,6% nel 2019), il valore più basso dal 2010.

In forte riduzione anche i reati, soprattutto quelli predatori, come conseguenza diretta delle limitazioni agli spostamenti imposte dall’emergenza sanitaria.

Nel primo semestre 2020 diminuisce sia il numero dei furti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-51,9% dei furti con destrezza e -39,3% di quelli in abitazione) che quello delle rapine (-29,3%). Al contrario, i delitti informatici hanno registrato un aumento (+24%) così come, in misura più contenuta, le truffe e le frodi informatiche (+1,9%).
Il trend di lungo periodo dei reati predatori (furti in abitazione, borseggi e rapine) mostra una crescita tra il 2010 e il 2014 a seguito degli effetti della crisi.

Dal 2015 tutti i reati risultano in calo: nel 2019 il tasso di furti in abitazioni è sceso a 10,3 per 1.000 famiglie, sotto i livelli del 2010, mentre il tasso delle vittime di borseggi (5,1 ogni 1.000 abitanti da 5,7 dell’anno precedente) e quello delle vittime di rapine (1 vittima ogni 1.000 abitanti da 1,2 del 2018), pur avendo recuperato molto, ancora non sono tornati sui livelli pre-crisi.

Durante i primi sei mesi del 2020 gli omicidi hanno registrato un calo del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 (131 contro 161). Tuttavia questa diminuzione ha riguardato solo le vittime di sesso maschile, in calo del 31,4%, mentre le vittime di sesso femminile hanno registrato un lieve aumento (+5,4%).

Nell’ultimo decennio il calo degli omicidi ha riguardato soprattutto le vittime di sesso maschile (da 1,29 uomini uccisi per 100mila abitanti nel 2010 a 0,70 nel 2019), grazie alla diminuzione degli omicidi causati dalla criminalità organizzata di tipo mafioso. Il tasso di omicidi delle donne ha invece mostrato solo una lieve tendenza alla diminuzione (da 0,52 donne uccise per 100mila abitanti nel 2010 a 0,36 nel 2019).
Nel 2019 in Italia sono stati commessi 315 omicidi, pari a 0,53 per 100mila abitanti, 204 omicidi di uomini e 111 di donne.

Sebbene il tasso di omicidi per gli uomini sia ancora circa il doppio rispetto a quello delle donne, i progressi nel tempo sono stati molto più lenti per le donne e riconducibili principalmente a una riduzione del numero di vittime da autore sconosciuto o non identificato, piuttosto che a un calo delle vittime in ambito familiare.

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