La polemica sul contratto di consulenza da 25 mila euro a McKinsey, da parte del Ministero dell’Economia, ha riportato sotto i fari il problema delle competenze della Pubblica Amministrazione e dell’utilità dell’apporto di professionalità esterne.
A parte la lieve entità del contratto, qualcuno ha posto un problema di principio: perché ricorrere a consulenze esterne e non utilizzare le risorse dell’Amministrazione pubblica? In realtà non c’è nulla di male che lo Stato ricorra a società private per lo svolgimento di compiti straordinari che richiedono competenze che non sono rintracciabili nella Pubblica Amministrazione.
Questo intervento del privato non deve essere considerato come una umiliazione o un’invasione di campo rispetto alla sfera pubblica. Le competenze richieste per la soluzione di problemi complessi non sempre si riescono a trovare tra i pur validissimi funzionari e dirigenti pubblici. La specializzazione necessaria in tanti settori non si può creare dalla sera alla mattina e, per quanto possa essere duttile, la nostra amministrazione non può essere competente in tutte le materie.
Dialogo tra professionalità ed esperienze diverse
Peraltro, la possibilità che società di consulenza private affianchino occasionalmente i funzionari pubblici va vista positivamente come un’opportunità di dialogo e confronto tra professionalità ed esperienze di diversa provenienza .Da queste collaborazioni possono nascere nuovi stimoli e occasioni di miglioramento e di estensione delle competenze per la nostra amministrazione.
Nelle prossime settimane, come ha scritto Federico Fubini sul Corriere della sera, il Governo dovrà cominciare ad assumere tecnici, ingeneri, geologi e altri professionisti in vista dell’adeguamento della Pubblica amministrazione alle esigenze di attuazione del PNRR. Non si tratta di un capriccio dell’Esecutivo ma di una esigenza imposta dall’Europa per poterci assicurare i finanziamenti previsti. Migliaia di persone non saranno assunte per concorso ma direttamente, pagate a condizioni di mercato e a tempo determinato da qui al 2026, data entro la quale dovrà concludersi l’erogazione dei fondi europei.
Questa potrebbe essere l’occasione pe richiamare tanti professionisti italiani costretti ad emigrare e riportarli in Patria al servizio del proprio Paese in una situazione di emergenza.
Mobilitazione generale dei “cervelli”
Una sorta, quindi, di mobilitazione generale delle energie migliori di cui l’Italia dispone che potrebbe segnare una vera rivoluzione nella Pubblica amministrazione. Nei prossimi 4 anni si potrebbe creare uno scambio di esperienze senza precedenti tra pubblico e privato con un arricchimento rapido di conoscenze e tecnicalità per la Pubblica Amministrazione destinato a dare frutti nel tempo.
Chi vuole arroccarsi nella difesa corporativa dei dipendenti pubblici è fuori dal tempo. La Pubblica amministrazione mai come adesso ha l’opportunità di aprirsi all’esterno e di arricchirsi di esperienze e di persone che possono renderla più forte. È questa l’occasione per immettere energie nuove e rivedere anche i meccanismi di selezione e organizzazione La Pubblica Amministrazione deve liberarsi l’immagine negativa di “pachiderma burocratico” e deve davvero diventare amica dei cittadini e motore di sviluppo e non di blocco per il Paese.
Questa è l’occasione storica per farlo.