lunedì, 18 Novembre, 2024
Attualità

Veri ristori che mancano agli studenti

È proprio questo il provvedimento che è nell’aria. Gli studenti hanno bisogno di un ristoro culturale e d’amore per i due anni che stanno perdendo anche se nessuno gli potrà più ridare i loro quindici anni, i loro amori perduti e le palpitazioni del cuore che solo una vita normale gli avrebbe potuto dare; perché a quindici e sedici anni la vita è una corsa verso una vita viva, verso abbracci senza controlli e verso baci sinceri, a tutti.

Gli mancheranno le corse di quando erano in ritardo, gli mancheranno le telefonate che gli dicevano ti aspetto, ma non vieni? Gli mancheranno i pomeriggi a studiare a casa delle amiche.

Gli mancheranno i baci dei nonni, e gli mancheranno anche le loro coperture. Gli mancherà il ballo, l’aperitivo spontaneo sotto casa. Gli mancherà dire mamma stasera torno tardi, dillo tu a papà. Sedici anni si hanno una sola volta e nessuno potrà ridarglieli. Gli mancherà di aver detto ti amo a tutti e voler bene solo una persona. Amori di gioventù che non si ritroveranno più, gli mancherà l’ansia delle interrogazioni e la paura di aver marinato la scuola.

Mancherà l’aver copiato il compito in classe di matematica. Mancherà quella vetrina davanti alla quale passare più e più volte per decidere se comprare quella cosa. Mancheranno le telefonate notturne per darsi appuntamento prima della scuola all’angolo della strada. Gli mancheranno i sogni dei baci. I sentimenti dei quindici e sedici anni non li proveranno più questi studenti e gli mancherà un pezzo di vita, di quei pezzi di vita importanti e indelebili che ti accompagnano fino alla vecchiaia. Gli mancheranno i pianti, anche i pianti gli mancheranno.

E gli mancheranno le risate e le bevute sul muretto. Gli mancherà quella sigaretta rubata all’amico e la corsa per tornare a casa in tempo. Gli mancherà di fare la dieta prima di andare in vacanza e vivere nuove innocenti avventure. Vacanze perdute per sempre. Tutto gli sarà mancato in questo periodo. Tutto.

Ma dobbiamo ristorali, dobbiamo dargli comunque il senso della vita che avrebbero avuto il diritto di vivere da giovani e che purtroppo non avranno più. Come possiamo ristorare una generazione di studenti ai quali si è levata la voglia di rischiare e trasgredire. Gli sono mancati gli scioperi per i bagni della scuola e le autogestioni.

Ristoro, scriviamo ristoro, ma gli è mancato l’amore dei compagni, dei professori, e anche di quelli che non conoscevano ma che di nascosto li amavano, i nostri studenti. Con i soldi dei ristori pensavamo di ricomporre tutto, invece questa mancanza di vita vissuta non possiamo comprargliela e neppure ristorargliela: è andata così ragazzi nostri, forse potevamo fare qualche cosa di diverso per voi ma non ci è venuto, eravamo troppo presi a litigare sui decreti, sulle cure, sui vaccini, sulle chiusure e le riaperture. Ci è sfuggito il vostro amore, quello a cui avevate diritto e che non possiamo ristorarvi. Scusate. A nome di tutti. Il quotidiano “La Discussione” vi è vicino e, qualunque cosa, siamo qui a raccogliere i vostri pensieri e sperare di ristorarvi in qualche modo.

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