Nel 2020 l’interscambio Qatar-Italia si è ridotto del 21,8% rispetto al 2019, fermandosi a 1,85 miliardi di Euro. Nel periodo considerato le importazioni qatarine da Italia hanno raggiunto 972 milioni di euro (-12,7%), mentre le esportazioni qatarine verso Italia si sono fermate a 876 milioni di Euro (-29,8%rispetto al 2019). Guardando ai settori merceologici, in termini di importazioni qatarine dall’Italia, nel 2020, fanno tutti (tranne uno) registrare variazioni percentuali negative, ad eccezione dell’agroalimentare che evidenzia un +3%. Al netto comunque di questi segni di variazione negativi, se si guarda al posizionamento dell’Italia rispetto ai suoi principali competitors, l’Italia si conferma il sesto principale fornitore del Qatar (come nel 2019), dietro USA (1^), Cina (2^), UK (3^), Germania (4^ da segnalare che l’anno scorso era terza) e India (5^).
Tra i principali fornitori del Qatar, ad eccezione della Germania e del UK (che si sono scambiate le posizioni), i primi 6 hanno conservato il ranking dell’anno scorso con quote di mercato rimaste, quindi, pressoché inalterate (quella italiana è stata del 4,3% nel 2020). Dietro l’Italia da segnalare la Turchia (7^ come l’anno scorso con una quota di mercato del 4,2%), Francia (8^ con una quota di mercato del 3,2%, mentre nel 2019 era 11^), Giappone (9^ mentre l’anno scorso era 10^), tra l’altro, il Giappone si è rivelato nel 2020 il primo mercato di destinazione dell’export del Qatar), e Oman (10^ mentre nel 2019 era 8^). Anche questi pochi dati confermano che la pandemia ha fatto male a tutti. A cominciare dal Qatar. Da segnalare che le sue importazioni dal Mondo nell’anno 2020 si sono ridotte del 13% rispetto al 2019 e le importazioni dall’ Italia nello stesso periodo si sono ridotte del 12,7%. Ciò spiega perché la quota di mercato dell’Italia in Qatar sia rimasta sostanzialmente stabile (4,3%). I paesi che invece hanno perso quote di mercato significative sono stati: USA (dal 18,6% al 15,7% nel 2020) e Germania (dal 7,1% al 6,1%).
Mentre Cina e UK sono i paesi che hanno fatto registrare, in particolare, un incremento della loro quota di mercato: Cina (dall’11,9% al 14,9%) e UK (dal 6,6% al 7,1%).