sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Segnali di ripresa per l’agroalimentare

Dopo la grave crisi del sistema economico innescata dall’emergenza sanitaria, l’andamento economico del III trimestre 2020 mostra segnali di ripresa per l’economia italiana.
Infatti, rispetto al trimestre prece­dente, si registra una crescita del PIL pari a circa il 16%, con un +31,3% negli investimenti fissi lordi, +9,2% nei consumi finali nazionali, +15,9% nelle importazioni e +30,7% nelle esportazioni. È quanto emerge dalla fotografia scattata nel III trimestre del 2020 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.
Rispetto allo stesso periodo del 2019, nel III trimestre 2020 si sono verificate una contrazione dell’indice della pro­duzione dell’industria alimentare pari a -2% (-4% il picco registrato a settembre) e una crescita in controtendenza di quello della pro­duzione delle bevande (+3,6%). L’indice del fatturato dell’industria alimentare cresce sul mercato estero di 2,6% e si contrae su quello interno. Ulteriore frenata dell’industria delle bevande con una forte riduzione sul mercato estero (-3,7%), mentre si mantiene stabile su quello interno.

Le esportazioni agroalimentari nel III trimestre 2020, sono pari a circa a 11,1 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2019, crescono dello 0,8% , con un aumento (+10%) dei flussi verso la Germania, mentre le importazioni calano del -3,2%. I prodotti maggiormente esportati sono stati i derivati dei cereali (soprattutto pasta), ortaggi trasformati (principalmente conserve di pomodoro) e frutta fresca (uva da tavola e mele). Le diminuzioni più significati­ve riguardano l’export di vini (-2,4%), altri alcolici (-3,4%) e prodotti lattiero caseari (-3,8%).
Sulla base dei dati raccolti su Twitter dall’1 ottobre 2020 al 20 gennaio 2021, in linea con il periodo precedente, emerge un leggero aumento (+5%) del clima di fiducia nei confronti del settore primario e delle sue politiche, con prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (60%) rispetto ai negativi e molto nega­tivi (37%), che registrano una diminuzione del 5% rispetto alla rilevazione del secondo trimestre.

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