Poche ore e il calcio italiano sceglierà il suo presidente. Lunedì verrà eletto il numero 1 della Figc.
Gabriele Gravina scende in campo per un secondo mandato, Cosimo Sibilia lo sfida e, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera, spiega che la sua candidatura è figlia della coerenza.
“Mi è stato chiesto dalla stragrande maggioranza della LND”, dice il presidente della Lega Nazionale Dilettanti che aggiunge: “Io faccio politica e non ho mai anteposto interessi personali a quelli collettivi. Poi se si aggiunge un accordo disatteso, diventa anche una questione d’onore. C’è un patto firmato da me per la LND, Ulivieri per gli allenatori, Gravina per la Lega Pro, Nicchi per gli arbitri e l’ex presidente Abete, quale garante dell’accordo. Senza la sua firma non lo avrei mai sottoscritto. Rappresentavamo il 63% e ci definirono ribelli”.
Sibilia spiega che il patto prevedeva “che ci fosse un altro candidato presidente federale. E io rappresentavo la maggioranza relativa come LND. Senza quel patto magari avremmo ancora il commissario…C’è una carta scritta, ce l’ha in mano un avvocato, il consulente principe dell’attuale federazione”.
Per Sibilia i risultati ottenuti in tempi di pandemia tra contributi e ripresa dei campionati “sono ascrivibili all’intero Consiglio federale e non solo a una persona. La ripartenza è stata un’operazione complessa e condivisa, resa possibile dalla solidarietà di tutto il sistema”. Capitolo riforma dei campionati. “E’ una cosa seria, il precedente Esecutivo, dando al consiglio federale la possibilità di provvedimenti straordinari per cambiare format, ce ne dava la possibilità. Non è stato fatto.
E’ necessario discutere, noi l’abbiamo sempre fatto, altri hanno badato al proprio orticello. Quale è la sostenibilità economica dell’attuale sistema professionistico? E ha senso che una società di Lega Pro abbia la stessa incombenze fiscali che ci sono in serie A? La riforma deve essere condivisa, di certo noi non abbiamo mai accettato penalizzazioni arbitrarie del nostro mondo”. Al Governo chiede “la presa di coscienza del ruolo sociale del calcio dilettantistico. Le nostre squadre vivono le stesse difficoltà dei piccoli imprenditori italiani. Il mondo dello sport non è stato sufficientemente aiutato. I collaboratori sportivi ci sono in quanto esistono le società sportive, è bene ricordarlo”.
Gravina è il favorito, ma Sibilia ci crede anche se ci tiene a precisare “una cosa. Io sono partito in ritardo ma non certo per colpa mia, ho dovuto correttamente attendere che si celebrassero tra mille difficoltà ben 23 assemblee in appena 4 giorni. Mi sono candidato il 12 gennaio e prima di quella data non ho fatto nulla, nel rispetto delle regole”. Tra i possibili voti potrebbe esserci quello del presidente della Lazio.
“Nessuna evidenza che Lotito mi voti. E poi scusate, ma quando Lotito contribuisce in modo determinante all’elezione di altri presidenti va tutto bene, e se invece dovesse votare per me diventerebbe un problema? Un candidato chiede i voti a tutti gli aventi diritto”. A questo proposito aggiunge: “Il sistema è costruito in base alla parità di peso fra calcio professionistico e dilettantistico. Se all’interno del primo ci fosse una ridistribuzione dei pesi non mi opporrei”. Il nome di Sibilia è stato fatto anche come possibile sottosegretario allo Sport. “Si sono fatti i nomi di chi, dentro Forza Italia, si occupa delle questioni dello sport: il sottoscritto, Marco Marin, Paolo Barelli. Ma vi assicuro che in questo momento sono concentrato su altro: voglio impegnarmi a fondo per diventare presidente della Federcalcio”.