Nel dibattito sulla fiducia al Governo Draghi, ieri sera al Senato 15 parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno espresso, in dissenso dal loro gruppo, il rifiuto a sostenere il nuovo Esecutivo.
L’opposizione in democrazia è sale della terra. Anche un governo di unità nazionale in una situazione d’emergenza può trarre vantaggio da un’opposizione seria e concreta. A condizione che i No siano sostenuti da argomenti e non da slogan. Se il governo illustra una serie di misure e chi si oppone spiega perchè esse non funzionano e ne propone altre, concrete e circostanziate, ben venga l’opposizione. Ma ieri sera non abbiamo ascoltato nessun argomento, nessuna critica razionale e precisa al discorso programmatico di Draghi. Solo chiacchiere e invettive
I dissidenti dei 5 Stelle sono tornati nella polverosa soffitta e, tra ragnatele e tarli, hanno ritirato fuori un armamentario fatto di slogan, frasi ad effetto, vecchie litanie populiste, anticapitaliste e antieuropee, a volte perfino offensive sul piano personale. Come se Draghi fosse un pericoloso sicario inviato da chissachi a strangolare l’Italia e non la personalità di maggiore prestigio mondiale del nostro Paese.
Sinceramente uno spettacolo deludente, a tratti desolante, offensivo per l’immagine del parlamento italiano.
È andato in scena il peggio di quello che il Movimento 5 stelle negli passati aveva esibito e da cui gran parte del gruppo dirigente da tempo ha preso le distanze ma è stato comunque un momento di chiarezza.
È ora evidente a tutti che una parte minoritaria di quel che resta del Movimento non vuole fare nessun passo avanti verso quella maturazione auspicata anche dal nostro giornale. Nostalgici della “comfort zone“, con cui hanno conquistato un facile consenso e su cui si sono adagiati, senza provare misurarsi con la realtà.
Troppo comodo gridare sempre “al lupo al lupo”, proporsi come duri e puri che, rifiutare di esaminare i problemi senza i paraocchi dei pregiudizi, predicare soluzioni ridicole.
Il rifiuto della realtà è il peggior tradimento che i politici possano consumare a danno dei loro elettori. I 15 pentastellati ieri non hanno reso un buon servizio a coloro che li hanno votati e che sono stanchi di sentirsi propinare la solita parole minestra riscaldata senza mai un’idea nuova e praticabile. Il Movimento 5 Stelle ha tutto da guadagnare se si libera della zavorra che lo farebbe ripiombare in un passato poco glorioso.