“No agli ambientalisti-jihadisti”. Così Conftrasporto-Confcommercio, mette in guardia il neo premier Mario Draghi dagli attacchi dei “finti” ambientalisti che metterebbero a rischio il via libera a nuove infrastrutture necessarie per il rilancio del Paese. La Confederazione parte all’attacco perché vede già all’orizzonte una serie di veti a opere che giudica vitali per un settore e per la mobilità che ha avuto non pochi problemi dalla pandemia.
Conftrasporto-Confcommercio, sottolineano che daranno la loro disponibilità a fornire ogni tipo di collaborazione se “dovesse essere richiesta”. Per ora annuncia la Confederazione dei lavoratori del trasporto daranno il loro sostegno e sempre con una certa cautela “per quanto si possa sapere”, al premier incaricato Mario Draghi. Una buon inizio però c’è con la soddisfazione di Conftrasporto per l’importante riconoscimento della funzione logistica evidenziato dal Premier per dare competitività all’economia del Paese. “Se le merci non si muovono secondo i tempi richiesti dai sistemi produttivi, non si compete. La logistica è sostanzialmente tempo”, osserva la Confederazione, “il riconoscimento della sua funzione”. Ed è la prima volta che un presidente incaricato pone la questione logistica come obiettivo primario, quindi “un buon auspicio e va nella giusta direzione”, afferma il presidente Paolo Uggè.
Per queste ragioni, secondo Conftrasporto, il governo dovrebbe puntare non solo su una mobilità delle merci interconnessa, ma dare impulso alla realizzazione delle infrastrutture portuali, stradali e ferroviarie, attraverso l’accessibilità, gli interscambi tra le diverse modalità, al fine di connettere il Paese. Ma c’è un distinguo che andrà a pesare nei prossimi mesi. Quella di una contrapposizione tra Ministeri. Per Conftrasporto l’idea di un Ministero che, unitamente ai temi green, affronti anche quello dei trasporti, pare poco realizzabile. Soprattutto, avverte la Confederazione “potrebbe essere presa a pretesto dagli ambientalisti-jihadisti”, per bloccare quelle che sono le opere infrastrutturali necessarie. “Sarebbe un controsenso”, avverte Uggè, “rispetto alle linee programmatiche sulle quali si realizza il nuovo Esecutivo”.
Conftrasporto evidenzia due dati sui quali chiede riflessione. Il primo: nel 2017 (dato attualmente invariato) l’economia italiana ha prodotto 6,8 tonnellate di emissioni pro-capite di gas climalteranti, l’Eurozona 7,9 e la Germania 10,8. Se invece si vogliono considerare le emissioni per euro di Pil, parliamo di 236 grammi in Italia e 275 per la Germania. La media europea è 265. Segno che il nostro Paese ha fatto, sul fronte delle emissioni, meglio della media europea. Da evidenziare inoltre che, per quanto riguarda la tassazione, un camion euro 6 produce un costo esterno per litro di carburante pari a circa 13 centesimi di euro, mentre paga di sola accisa netta 40,3 centesimi di euro.
ll secondo dato è sull’accessibilità. Se l’Italia avesse la medesima accessibilità esistente in Germania potrebbe realizzare un recupero sul Pil di circa 90 miliardi di euro (dati elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio).
Alla luce di queste considerazioni, Conftrasporto ribadisce la necessità che gli interventi del nuovo Esecutivo, pur negli indispensabili interventi green, non divengano l’alibi per bloccare la realizzazione di una politica di sviluppo che trova nelle opere infrastrutturali la sua realizzazione.