Lumeggiare ai lettori ed a quanti vogliano soffermarsi sull’autorevolezza e sulla caratura del Professor Mario Draghi non è impresa facile.
A questa incombenza ha provveduto, anzi tempo a farne una sintesi, lo stesso Presidente Mattarella che nei giorni scorsi, per le sollecitate inopportune crisi di governo, gli ha affidato tale oneroso mandato.
Il Presidente della Repubblica, in occasione del commiato del Presidente della Banca Centrale Europea a Francoforte il 28 ottobre del 2019, nella persona di Mario Draghi, si espresse in questi termini:
“…Sono davvero molto lieto di essere anche io qui oggi per ringraziare il Presidente Mario Draghi per il suo straordinario impegno al servizio dell’Europa…”
“…Mario Draghi ha raccolto il testimone da Jean Claude Trichet, in un momento di grande cambiamento, dopo i primi dieci anni di Unione monetaria caratterizzati da condizione economiche relativamente stabili con una crescita moderata e costante che la Banca ha favorito ed accompagnato.”
“…Nel 2011 tuttavia, l’impatto della crisi finanziaria imponeva all’Unione, e alla Banca in primo luogo, un “cambio di passo”.”
“…Mai è venuta meno la consapevolezza dei limiti della politica monetaria e, allo stesso tempo, l’invito pressante ad agire attraverso “altre” leve come la politica fiscale e le riforme strutturali. Perché – come il Presidente della Banca ha sovente sottolineato – non è possibile porre sulla politica monetaria un fardello eccessivo.”
Parole che calzano “a pennello” alla situazione che ora sta vivendo l’ Italia
In tempi non sospetti Draghi ha dichiarato che bisogna fare un debito buono, finalizzato ad investimenti in infrastrutture durature per il Paese e non ad alimentare forme di assistenzialismo che, in sostanza, invogliano all’ozio, creano sacche di parassitismo, lavoro nero ed altre forme di illegalità. “L’Unione deve mettere in sicurezza l’economia europea e, soprattutto, ne accompagnasse il definitivo recupero, sul piano della crescita e del sostegno all’occupazione.”
Anche queste parole sembrano riferite ai problemi dell’Italia.
Il pensiero economico-politico, l’autorevolezza, la lungimiranza e l’instancabile perseveranza del Presidente Mario Draghi nella conduzione della sua visione dell’Europa, emergono con tutta la sua forza dal prosieguo dell’intervento del Signor Presidente Mattarella, riprendendo alcune parole della “lectio magistralis” del 22 febbraio del 2019 presso l’università di Bologna dello stesso Mario Draghi al quale è stato conferito la laurea honoris causa, dichiarando – orgogliosamente – di volerle fare proprie:
“Nel mondo di oggi le interconnessioni (tecnologiche, finanziarie, commerciali) sono così potenti che solo gli Stati più grandi riescono ad essere indipendenti e sovrani al tempo stesso, e neppure interamente”.
E aggiungeva: “l’Unione Europea è la costruzione istituzionale che in molte aree ha permesso agli Stati membri di essere sovrani. È una sovranità condivisa, preferibile a una inesistente”.
Parole che non hanno bisogno di commento alcuno; ma l’esternazione più appropriata alla fattispecie Italia sembra quando il Signor Presidente Mattarella prosegue nel suo intervento nel dire:
“Non credo che sia stato facile per il Presidente Draghi, nel pieno della crisi, affermare “whatever it take” ( tradotto: ad ogni costo).
Tutto ciò che è necessario, finché è necessario per il bene dell’Europa e delle generazioni future.
È quello che dobbiamo tutti assolutamente fare.
Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirle grazie”.