“Con l’Italia alle prese con un debito pubblico fuori controllo e difficolta’ di gran parte della classe politica dell’epoca a comprendere l’indispensabilità di un radicale cambiamento di rotta, si racconta che al ministro del Tesoro Guido Carli, grande artefice e sostenitore dell’adesione al Trattato di Maastricht, all’atto della firma tremasse la mano, a causa del cambiamento epocale che avrebbe comportato, e della scommessa sul futuro e sulla sicurezza dell’Italia.
Ogni Trattato non e’ naturalmente perfezione assoluta, ma Carli, che lo firmò per conto dell’Italia assieme all’allora ministro degli Esteri De Michelis, aveva perfettamente compreso una cosa: che la salvezza dei conti disastrati e del futuro stesso dell’Italia era in Europa, proprio con quel Trattato che avrebbe posto le basi dell’Euro e creato la Banca centrale europea”. Lo scrive su Facebook David Sassoli, presidente del parlamento europeo, nel 29° anniversario della firma del Trattato di Maastricht.
“Con la Prima Repubblica che di li’ a poco sarebbe rapidamente e drammaticamente implosa, si trattò di una scelta fondamentale: basti pensare, senza quello ‘scudo’, a cosa sarebbe stato dell’Italia durante le successive e gravissime crisi internazionali, quella dei derivati del 2008 e quella attuale del Covid – continua Sassoli – Ci saremmo trovati di fronte a uno scenario a dir poco devastante, con conseguenze incalcolabili sulla tenuta stessa del Paese. Al di la’ di certa cattiva retorica antieuropea, peraltro ormai fortunatamente in fase calante, rendere omaggio alla lungimiranza di Guido Carli, quel 7 di febbraio, è cosa doverosa e giusta.
Quella mano tremava nello sforzo di tenere ancorato a tutti i costi un Paese al suo futuro, nonostante le difficoltà, nonostante i problemi. Per dare a tutte e tutti noi una speranza”.