“Sempre più spesso vediamo dei capimafia che vengono cercati dai candidati alle elezioni politiche”. Lo afferma il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri intervenendo questa mattina all’incontro online con gli studenti bergamaschi “Il volto delle mafie.
Infiltrazioni mafiose ed emergenza sanitaria: anche il Covid diventa business”. Organizzato dal Centro di promozione della legalità (CPL) per la provincia di Bergamo, con l’Istituto Superiore “Giulio Natta” come capofila, e dall’Ufficio Scolastico Territoriale, in collaborazione con il Comune di Bergamo, la streaming di oggi apre il ciclo di incontri online “Vite dedicate”, con oltre 1.500 studenti coinvolti.
Definendo gli incontri tra politici e capimafia “abbracci mortali”, Gratteri spiega che “avvengono negli ultimi giorni delle elezioni, quando il candidato politico ha paura di non farcela, di non essere eletto, e quindi si rivolge al capo mafia per avere pacchetti di voti in cambio di appalti. Questo porta sempre più a vedere le mafie come interlocutore”. Il magistrato rileva che “nel corso dei secoli è stata la classe dirigente, la classe dotta, borghese, aristocratica, che di volta in volta, pensando di servirsi di questi mafiosi, in realtà ha dato legittimazione, al punto che oggi il rapporto si è ribaltato. Se si considerano gli ultimi 20 -30 anni, la politica è sempre più debole, è sempre meno presente sul territorio, mentre il capomafia è sempre presente sul territorio, e quindi da’ risposte, viziate e drogate, ma da risposte. Il popolo ignorante pensa che siano quelle risposte siano giuste, e ‘cade’ in questa sorta di ‘generosità drogata’, che deriva anche dall’assenza della politica e della società civile”. Questo meccanismo, evidenzia il procuratore, “porta le mafie a essere sempre più potenti”.