Giustizia in primo piano fra le molte cause della crisi politica. E’ il riflesso di un Paese che assieme alla tragedia del Covid-19 e ai contraccolpi dell’economia, patisce l’illegalità e muore di rinvii e mancati riconoscimenti di diritti e legittimi interessi.
E’ l’Italia che già sopravviveva a stento alle lungaggini giudiziarie e che ora è esposta al colpo di grazia della pandemia che moltiplica i ritardi e determina danni spesso irrisarcibili per aziende, professionisti, artigiani, cittadini, padri di famiglia e imputati in attesa di giudizio.
“In termini percentuali, ora come ora, dopo una prima fase di necessari rinvii, direi che l’attività è ripresa al 90%”, afferma il magistrato e consigliere del Csm Paola Braggion alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, che come quello precedente dovrà affrontare l’impatto con le problematiche provocate dalla pandemia.
Consigliere Braggion, in che misura può dirsi operativa la giustizia in Italia?
“Sotto il profilo quantitativo, durante quest’anno particolare si sono attivate modalita’ da remoto ed e’ stato incentivato il processo telematico, unendo gli sforzi della magistratura, del Ministero e dell’avvocatura e del personale amministrativo per reagire alla iniziale situazione di blocco imposta dalla pandemia e, pur riducendosi l’attivita’ a causa della malattia di molti e della necessaria rimodulazione della presenza negli uffici, si e’ cercato con grande impegno e volonta’ di stipulare protocolli con l’avvocatura in sede locale nel tentativo di cercare soluzioni condivise per la ripresa dell’attivita’ e la celebrazione dei processi, pur garantendo il piu’ possibile modalita’ rispettose delle norme di sicurezza via via emanate. Sotto il profilo qualitativo certamente la magistratura non ha mai fatto mancare, al netto di vicende opache che hanno sconvolto l’organo di governo autonomo, competenza e professionalita’ attraverso il lavoro silenzioso e rigoroso dei magistrati che quotidianamente svolgono la propria attivita’ professionalmente a servizio di tutti i cittadini per garantire la miglior risposta all’esigenza di giustizia. Come gia’ accennato, ora come ora, in termini percentuali dopo una prima fase di necessari rinvii, direi che l’attivita’ e’ ripresa al 90%”.
Il progressivo ingolfamento sociale, economico, penale e penitenziario potrebbe rendere necessario il varo di provvedimenti legislativi di alleggerimento come sanatorie, indulti e amnistie?
“Personalmente credo siano necessari provvedimenti di largo respiro nel settore della giustizia, non solo con legislazione d’urgenza dettata dall’emergenza ma interventi che implicano lungimiranza e ampia condivisione di scelte di politica giudiziaria e criminale, di cui vi è estremamente bisogno per esempio in relazione ai tempi dei processi, scelte che non vedo realizzabili in questo momento per l’instabile scenario politico attuale. Quanto ai provvedimenti di clemenza evocati, certamente escluderei il ricorso all’indulto (che estingue la pena) se non accompagnato da un’amnistia (che estingue il reato) per i reati di minore allarme sociale, come e’ accaduto nell’ultimo provvedimento del 2006, poiché il solo indulto avrebbe un effetto momentaneo di riduzione della popolazione carceraria, ma nessun effetto nell’amministrazione nella giustizia in relazione al numero dei processi da celebrare e sul lavoro complessivo, aggravando anzi l’attivita’ nel settore dell’esecuzione penale”.
Come cambiano le cerimonie inaugurali dell’anno giudiziario?
“A causa dell’emergenza sanitaria, il Consiglio Superiore della Magistratura ha invitato a limitare gli interventi nel numero e nella durata, e la partecipazione in presenza nel rispetto delle normative sul distanziamento sociale, pur rimanendo inalterato il significato della cerimonia di inaugurazione, di alto valore simbolico e non meramente formale, quale occasione per riflettere sul servizio che insieme svolgiamo per rispondere alla domanda di giustizia dei cittadini e sulle prospettive per il futuro.
Verranno perciò attivate sia in Cassazione che nelle corti di Appello riprese televisive e garantiti collegamenti in streaming per tutti i colleghi e gli avvocati e gli operatori del diritto che vorranno partecipare in altra modalità per garantire a una numerosa platea di interessati di essere comunque presenti ad un momento tanto significativo, soprattutto in un anno così difficile per il Paese”.