Riflessioni, discorsi, approfondimenti, sanità e investimenti. Tutto travolto dalla emergenza Covid ma nella realtà accade che le scelte passano in sordina e sono decisioni non condivise fatte in silenzio con l’alibi della emergenza. È il senso del ragionamento di Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, che critica i mancati “ascolti” sullo smantellamento della sanità pubblica in favore di quella privata.
“Continuiamo a lanciare, quasi del tutto inascoltati, allarmi riguardo al rischio collasso del nostro Sistema sanitario nazionale per tutto quello che non riguarda il Covid-19. La pur complessa gestione della pandemia e del piano vaccinale stanno portando a un lento ma continuo smantellamento della nostra Sanità pubblica”. Con il risultato, osserva Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, che “ogni giorno milioni di persone vedono sospesi esami e prestazioni diagnostiche, i loro piani di cura riconfermati senza un opportuno follow-up o, peggio ancora, come nel caso dei pazienti oncologici dove si è passati da cure a infusione a cure orali, con un’efficacia della quale ci saranno evidenze soltanto tra qualche tempo”. Rosaria Iardino lancia un atto di accusa perentorio riflettendo sul fatto che i cambiamenti stanno portando ad un “mercato della salute” dove si avvantaggiano i privati.
“Il nostro sistema universalistico e pubblico”, osserva con disappunto la presidente della Fondazione The Bridge, “garanzia di accesso alle cure per tutti, si sta trasformando sempre più in un ‘mercato della salute’, in cui soltanto chi è nelle condizioni di pagare una prestazione sanitaria o chi possiede una assicurazione privata può avere la possibilità di curarsi degnamente. Si sta di fatto smantellando la sanità pubblica a totale vantaggio di quella privata”.
Sono anni, secondo Rosaria Iardino, che la sua associazione sottolinea questa situazione che danneggia i malati e le fasce sociali più deboli economicamente.
“Da anni”, continua la presidente della Fondazione The Bridge, “chiediamo a governo e ministero di governare questo mercato. Nell’ultimo Patto della salute”, osserva Iardino, “siamo riusciti a sostituire il termine complementare con integrativo per i fondi di previdenza, poiché in quello proposto dall’allora ministro Grillo ci fu il tentativo di equiparare le assicurazioni private alla sanità pubblica. Questa modifica che ha aperto all’integrazione ha un valore enorme, e il ministro Speranza aveva promesso un tavolo di analisi. Purtroppo, siamo qui ad attendere ancora che questo lavoro formale si avvii”. Infine il nodo che ora è arrivato al pettine penalizza proprio chi ha bisogno di cure ma non ha un budget economico tale da poter investire sulla propria salute. Una situazione ammantata dalla emergenza e che nessuno vuole porre al centro della discussione.
“Non è più accettabile il rinvio per una situazione di emergenza”, sottolinea infine la presidente della Fondazione The Bridge, “Anzi, sarebbe stato molto più opportuno avviarlo proprio all’inizio della pandemia per non permettere quello che di fatto è accaduto, ovvero l’emersione prepotente di una variabile sull’accesso alle cure basata sul complesso di beni e di ricchezze posseduti che creano la classifica del censo”.