sabato, 22 Febbraio, 2025
Politica

Ricardo Merlo (Maie-Italia 23): “L’uomo sempre al di sopra del mercato, mai il mercato prima dell’uomo”

Così il sottosegretario degli Affari Esteri riassume il principio su cui dovrebbe poggiare il progetto dei ‘responsabili’. “Tutto è contenuto nella dottrina sociale della chiesa”.

Sono milioni gli italiani all’estero che seguono con molto interesse le vicende politiche del nostro Paese e che dal 2001, grazie all’allora ministro Mirko Tremaglia, partecipano con il voto. Della crisi di Governo, ma anche dei nostri connazionali oltre confine, ne abbiamo parlato con il sottosegretario degli Affari Esteri, senatore Ricardo Merlo, alla ribalta in questi giorni come leader della pattuglia di “costruttori” del neo gruppo “Maie-Italia 23”, accorsa in aiuto di Conte.

Sottosegretario Merlo, cosa prevede per mercoledì, dopo la relazione del ministro Bonafede? Ci saranno i numeri al Senato o si rischia di andare al voto?
No, io credo che si riuscirà a supererà l’impasse, non si può andare al voto in questo momento.

Bonafede presenterà una relazione consuntiva, non un documento programmatico, quindi il voto non può che essere un voto politico, di fiducia direi?
Confido nelle capacità di Conte, sta lavorando molto bene per superare questo momento, vediamo se si arriva al voto, io penso di no. Conte ha diversi nodi importanti da affrontare: allargare la maggioranza, rilanciare il Governo e soprattutto capire con chi andare avanti, chi è affidabile e chi non. Renzi ha dimostrato di non esserlo.

Una soluzione potrebbero essere le dimissioni preventive di Bonafede?
No, io non credo sia una soluzione. Ce ne saranno altre.

Su quanti parlamentari del neo Gruppo “Maie (Movimento associativo italiani all’estero)-Italia 23” da lei capitanato può contare il Governo?
Siamo in sei.

Prevede altre adesioni a breve?
Per ora non pensiamo ad allargare il Gruppo quanto piuttosto ad allargare la maggioranza per portare avanti i lavori iniziati. Per dare stabilità al Paese.

Secondo lei, perché siamo arrivati a questo punto? Qual è stato l’errore di Conte? Poteva mediare di più con Renzi ed evitare la crisi?
Conte è un mediatore nato, ideale per portare avanti questa maggioranza multi anime…

Ma con Renzi a quanto pare non è riuscito a mediare?
Con lui non era possibile mediare. Renzi non voleva una cosa o una altra, voleva a tutti costi la crisi e le dimissioni di Conte.

Potremmo parlare di un attacco personale?
Si, direi di si. La questione Mes ne è un esempio. Renzi sapeva benissimo che era impossibile ottenerne l’appoggio in Parlamento, tirarlo fuori, quindi, è stata solo una scusa per provocare la crisi.

Una crisi al buio, quindi?
Si, assolutamente. Lui è convinto che adesso è impossibile andare a votare.

“Italia 2023” è un bellissimo logo che potrebbe essere presente alle prossime elezioni, nel 2023, appunto, se si arriva alla scadenza naturale della legislatura. A chi si rivolge?
Io vengo dal mondo cattolico, del volontariato, dell’attivismo sociale….

Un Democristiano?
Diciamo di si. Io sostengo gli insegnamenti della Dottrina sociale della chiesa. I moderati, o come sono chiamati ora i “costruttori”, possono mettere insieme diverse anime. In Italia è necessaria una certa flessibilità, una mediazione tra i tanti partiti. Vige un sistema che legittima tutte queste pluralità, per questo ci vorrebbe una coalizione che ne contenga il più possibile. Oppure si deve cambiare il sistema.

Anche Rotondi ha pensato a una nuova formazione “Italia 2023”. Potreste unirvi, lavorando intorno al progetto di una “Balena bianco-verde”, che riprenda i valori di “Fratelli tutti” e “Laudato si’”, con grande attenzione all’ambiente, ai temi verdi. Che ne pensa?
Rotondi conosce molto bene la politica e non ha ma commesso errori o avuto problemi. Ne ho una profonda stima e potrei parlarci anche domani mattina. Appoggio la nascita di una “Balena bianco verde”, ma per me tutto si riassume in una frase contenuta nella Dottrina sociale: l’uomo deve sempre essere messo al di sopra del mercato, mai viceversa.

Lei rappresenta moltissimi italiani all’estero, soprattutto in Argentina, dove è facile sentire parlare i nostri dialetti, specialmente il calabrese. Cosa è riuscito a fare in questi anni del suo mandato?
Abbiamo cambiato molto le cose rispetto a prima. Fino a poco tempo fa, nelle Leggi di Stabilità si tendeva a introdurre solo tagli alle spese per gli italiani all’estero e chiusure di ambasciate e consolati. Noi, invece, siamo riusciti ad ottenere 477 nuove assunzioni, tutti giovani come non si vedevano più. Sono stati, anche, investiti più fondi per la diffusione della lingua italiana, parliamo di circa 50 milioni di euro e abbiamo inaugurato nuovi sportelli consolari. Tra poco inaugureremo quello di Montevideo, per esempio. Più personale e più sedi significa garantire migliori servizi per i nostri connazionali.

Parliamo di milioni di persone…
Ho sentito dire che non dovremmo interessarcene perché non pagano le tasse qui in Italia. Una vera sciocchezza, tutti dovrebbero comprenderne l’importanza, per il made in Italy, per il turismo di ritorno, le Camere di Commercio. 

Magari, allora, dovremmo fare di più per renderli partecipi, sprovincializzandoci e raccontandogli il Paese nelle loro lingue di abitudine, come lo spagnolo o l’inglese…
Si, il progetto di un giornale plurilingue è molto interessante. Ricordiamoci che gli italiani all’estero possono influire sull’assetto politico italiano attraverso il voto. Un diritto né di destra né di sinistra. 

Un altro traguardo dovrebbe essere la pensione in euro.
L’unico Paese che non lo concede è il Venezuela, ma lì parliamo di una dittatura difficile da cambiare. Noi stiamo chiedendo a gran voce elezioni trasparenti e libere, è l’unica soluzione.

Vorrei chiederle una opinione su un altro caso italiano all’estero che mi sta molto a cuore, quello di Chico Forti.
Se ne sta occupando la Farnesina, non io direttamente ma il ministro Di Maio, io partecipo solo. Posso garantire che c’è molto impegno intorno alla faccenda. Per riserbo non posso dire altro, perché queste trattative hanno bisogno di silenzio

Sottosegretario, grazie della franchezza e complimenti per il lavoro che è riuscito a fare fin qui. Speriamo che una crisi non le impedisca di proseguire.
Sono io che vi ringrazio moltissimo dell’invito. Stare nella sede de La Discussione, con l’immagine di De Gasperi alle spalle, mi da i brividi, è un onore. La Democrazia Cristiana per me è stata una scuola di politica. In America Latina forse è dentro altri movimenti politici ma anche là la sua influenza è fortissima.

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