sabato, 16 Novembre, 2024
Società

Marinaccio (Mercatino): come avere mobili sempre nuovi scegliendo l’ecosostenibilità

“Estendere la vita dei prodotti tramite il riutilizzo è un efficace mezzo per contribuire ad un uso efficiente e sostenibile delle risorse, obiettivo centrale delle politiche di produzione e consumo sostenibile”. 

È il manifesto ideologico e pratico di quanti, imprenditori del riuso, acquirenti attenti alla qualità e al simbolo di ciò che acquistano, semplici visitatori e curiosi che affollano i mercatini. Persone che si immergono nella magia di ciò che è stato oggetto di attenzione e desiderio di possesso. Poi ecco la nuova vita, quando da un passaggio all’altro gli oggetti riacquistano un nuovo smalto suscitando interesse e attenzione. Di questo mondo in rapida espansione economica, frutto delle idee innovative legate al riuso, con il conseguente desiderio di vendita e acquisto, ne parliamo con Sebastiano Marinaccio presidente di “Mercatino Franchising”, una realtà nazionale di primo piano e in rapida espansione.

Quando è nata l’idea di fondare un negozio capace di raccogliere oggetti da riutilizzare?
“Il primo punto vendita Mercatino è nato esattamente 31 anni fa a Verona. Da questa prima innovativa e coraggiosa esperienza ne è nata una seconda, parliamo di 26 anni fa, iniziativa condivisa con Ettore Sole e Roberta Marchiotto. Sempre seguendo il filo delle date, allora esattamente 24 anni sono arrivato in Mercatino e con Ettore Sole abbiamo creato una sinergia fortissima.

Dalla concorrenza alla collaborazione imprenditoriale con quali obiettivi?
“All’inizio eravamo in concorrenza, ma avevamo la stessa idea, così il passo è stato breve e intelligente, quello di unire le forze non remarsi contro e così è iniziata la storia di successo di Mercatino, che continua e farà molta altra strada”.

Che tipo di formazione professionale ha lei. E perché ha avuto questo interesse verso il riutilizzo degli oggetti?
“Ho una formazione professionale da manager e consulente finanziario quindi economica, già a 27 anni lavoravo per banche e sim. Per me Mercatino è amore per la tutela dell’ambiente e sostenibilità”.

In che senso tutela dell’ambiente?
“Sono stato attivista del Wwf, e sostenitore di Legambiente, direi ecologista convinto, avere a cuore la natura e il rispetto del mondo significa amare gli altri ma anche noi stessi perché un mondo migliore genera persone migliori”.

Come ha espresso questa sensibilità ecologica in un Mercatino Second Hand?
“In molti modi. Un mobile, ad esempio, ha una sua storia se avesse la parola potrebbe raccontarci ogni cosa che è avvenuta nella stanza dove è stato collocato…ogni mobile è ricco di emozione per cui perché comprarne di nuovi se abbiamo i nostri cosi ricchi di emozioni?”

Non c’è una sorta di ritrosia verso un manufatto che poi porta non solo la storia passata come simbolo ma anche i segni inevitabili del tempo?
“Certo c’è questo aspetto ma abbiano pensato ad accogliere gli oggetti ristrutturati, questo consente al cliente di avere il suo mobile bello e unico. Oltre alla storia noi sappiamo che un oggetto ha un codice genetico procurato dal suo habitat”.

In che senso?
“Grazie a studi scientifici e sperimentali effettuati anni fa e in continua evoluzione, noi siamo in grado di associare le mancate emissioni della produzione di un oggetto con l’anagrafica del soggetto che crea un suo percorso virtuoso, l’insieme di questi dati viene messo a disposizione delle amministrazioni locali aiutandole a raggiungere gli obiettivi ecologici dei vari “Horizon”. Il panorama di oggi ossia la sensibilità di cittadini, imprese ed Enti locali, è proiettata verso una maggiore sostenibilità, che si traduce in vera economia circolare, per questo sosteniamo la virtuosità dei nostri clienti con i nostri progetti. Il mercatino ha due obiettivi sostenere e rigenerare economia sostenibile.

Ci sono basi scientifiche rispetto alla consapevolezza del riuso, oppure sono osservazioni che nascono dall’esperienza?
“Lo dico con una punta di orgoglio noi siamo stati i primi al mondo a far produrre con investimenti propri, una sperimentazione scientifica di calcolo dell’impatto ambientale degli oggetti usati, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma e la Sant’Anna di Pisa e successivamente con i ricercatori di Ecoinnovazione, sperimentazione accreditata dall’Enea.

Che risultati ci sono?
“Abbiamo, col nostro metodo, ossia il promuovere il riutilizzo di un oggetto che ha più vite, ridotto ed evitato emissioni ingenti e dannose per l’ambiente e la nostra salute. Bisogna puntare al riutilizzo e perché no alla remise en forme di un oggetto che ci appartiene”.

Infine quale è la nuova frontiera del riuso?
“È l’usato firmato, ma di questo progetto ambizioso, fascinoso e innovativo per molti aspetti, ne parleremo, magari, in una seconda puntata…..”.

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