sabato, 23 Novembre, 2024
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La penetrazione della criminalità organizzata è un pericolo concreto, rileva Europol nel 2020

Più fondi e flessibilità: questi i vantaggi degli strumenti finanziari con cui l’Ue sta sostenendo la ripresa. Ma i rischi non mancano.
A proteggere gli interessi finanziari dell’Ue ci sarà da marzo 2021 l’Eppo (European Public Prosecutor’s Office), la nuova Procura europea con sede a Lussemburgo, che perseguirà reati come la corruzione, il riciclaggio di denaro e le frodi a danno dell’IVA transfrontaliera che superino i 10 milioni di euro. Alla guida, la procuratrice capo Laura Kövesi, che sovrintende il Collegio dei 22 procuratori degli stati Ue aderenti, nominato dal Consiglio europeo.

Per l’Italia, tra i candidati proposti dal ministro Bonafede è stato scelto Danilo Ceccarelli, magistrato dal 1995, che porta ad Eppo una grande esperienza nel perseguimento di reati finanziari transnazionali, frodi fiscali, corruzione, criminalità organizzata e riciclaggio di denaro. Già sostituto procuratore a Milano, è stato International Prosecutor per la missione EULEX in Kosovo e membro italiano di FATF, organo globale di vigilanza contro il riciclaggio e i finanziamenti al terrorismo. Profilo ideale per i delicati compiti di Eppo e che gli è valso l’elezione anche a viceprocuratore europeo, ruolo che ricoprirà con il tedesco Andre’s Ritter per tre anni. Ceccarelli si è impegnato a far valere il lavoro compiuto “nell’indagine e organizzazione di procedimenti complessi e operazioni su vasta scala” e a “proteggere l’indipendenza di Eppo a tutti i livelli”.
L’indipendenza e’ uno dei criteri di selezione dei procuratori del Collegio, che non potranno indagare sui reati commessi nel proprio Stato membro per evitare ingerenze politiche. Li affiancheranno in ogni paese i Procuratori delegati europei (PED).

Bonafede ha espresso alla Kövesi soddisfazione per l’attenzione rivolta all’esperienza della magistratura italiana. Da noi, il decreto attuativo per l’adeguamento al Regolamento UE 2017/1939 che istituisce Eppo concludera’ l’iter legislativo a febbraio.
Il CSM ha emesso parere positivo sul decreto, pur con riserve circa la collocazione dei PED nel nostro ordinamento, la subordinazione a una gerarchia di nomina politica e l’assenza in altri ordinamenti di reati simili a quelli del nostro 416 bis (mafia). A breve uscira’ il bando per i PED italiani, ma l’Eppo teme che saremo in ritardo con le nomine.
Ma è lo stesso l’avvio ufficiale di Eppo ad essere rallentato, per la carenza di candidati eleggibili in alcuni paesi e per la scarsita’ di fondi. Il commissario Ue per la giustizia Reynders ha quindi proposto a Consiglio e PE di aumentare la dotazione a 37 milioni di euro e invitato gli stati ad accelerare la nomina dei PED: “Proteggere il bilancio è più importante che mai ed Eppo sarà essenziale nel farci dimenticare i tempi difficili”.

A ritardarne la partenza anche alcuni governi come quello portoghese, che avrebbe fatto pressioni per la nomina del membro spettante nel Collegio, ignorando il parere di un panel indipendente. Un episodio che non giova al paese che ha da poco assunto la presidenza del Consiglio Ue. In plenaria, gli eurodeputati del PE hanno condannato l’accaduto e chiesto che il parere del panel diventi vincolante.
Piu’ recente e’ la firma di un accordo di lavoro tra Eppo e Europol per “lo scambio di informazioni su competenze specialistiche e procedure di indagine penale”, ma anche per “il supporto alle singole indagini”. Per la Kövesi, “uno strumento strategico per meglio lottare contro chi intende derubare i cittadini europei”. Cruciale sara’ il Centro europeo per la criminalità economica e finanziaria di Europol, che aiuta gli stati Ue nel recupero dei proventi di reato.

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