Le forme della paura sono tante. Tutte utili per essere strumentalizzate politicamente, economicamente, socialmente. Una condizione psicologica vissuta con ansia di accadimenti negativi. Nel frattempo tra Decreti sicurezza, annunci di blocchi navali anti immigrati, di lotta senza quartiere alla delinquenza, di più polizia e dotazioni armate, si assiste a un balletto di dati che pure sconfinano nelle interpretazioni tra chi vede violenza in ogni angolo e quanti sostengono che c’è una bolla di esagerazioni a servizio delle scadenze elettorali.
Sta di fatto che buona parte degli italiani si sentano insicuri, timorosi di essere sorpresi da un aggressore, un ladro, un rapinatore, un male intenzionato, o altre decine di modi di subire un guaio inatteso. Se poi si parla di donne che, siano giovani o anziane, la stragrande maggioranza ha paura di uscire sola, di camminare sola, di guidare sola, di divertirsi sola. Così nei grandi agglomerati urbani e nelle periferie paura e insicurezza sono le compagne della solitudine che si trasforma in impotenza e rabbia. L’indagine statistica fatta dall’Istat racconta che solo: “Sei cittadini su dieci si sentano sicuri camminando per strada
Le preoccupazioni e la paura non sono influenzate solo dai livelli di criminalità, ma anche da fattori quali la percezione del rischio di subire un reato e il timore delle conseguenze anche gravi per sé e per i propri cari”.
È sempre più facile entrare in un cerchio dispotico di allarme per fatti che magari non accadono, che nemmeno esistono, ma sono percepiti come reali. Dalla sensazione ai timori passando per un caleidoscopio di sensazioni tali che tra fiction televisive, tra reality su piattaforme streaming, video postati su you tube e Instagram si perdono i confini tra realtà e fantasia. La paura di subire atti violenti si trasforma in percezione di insicurezza. “Tale percezione, se negativa”, scrivono gli analisti dell’Istat, “limita la libertà e i comportamenti determinando un decadimento nella qualità della vita”.
A giocare sul fattore insicurezza quindi l’età, il sesso, il grado di istruzione e dove si abita. “Le caratteristiche più fortemente legate alla sensazione di paura”, fanno presente i ricercatori, “sono il genere, l’età e il titolo di studio, connotazioni del livello di vulnerabilità dei soggetti i quali sono consapevoli delle conseguenze fisiche ed economiche che un reato può provocare. Il senso di insicurezza delle donne supera di gran lunga quello degli uomini e ciò vale per tutti gli aspetti considerati: è quasi doppio per la paura di uscire da sole di sera (35,3% di donne contro il 19,3% degli uomini) ed è quadrupla la quota di donne che non esce di sera per paura. Le donne sono anche maggiormente influenzate dalla paura delle criminalità”. Il grande alleato dei timori degli italiani è l’età media, così alta da rovesciare la statistica degli anni 60, a differenza degli anni del boom, oggi gli over 60 sono il doppio dei 18enni, da questo dato emerge che l’insicurezza cresce con l’aumentare dell’età. “È maggiore per le classi adulte”, osserva l’Istat, “e soprattutto per le anziane fino ai 75 anni di età, quando diventa prevalente la quota di chi non esce mai”. L’universo femminile è il più colpito dalla insicurezza, soprattutto tra le ragazze.
“Si riscontra un picco di insicurezza per le ragazze dai 14 ai 24 anni”. Anche la propria abitazione nella mente degli italiani è vulnerabile a qualsiasi sortita negativa. Una insicurezza profonda perché si esclude che vi sia un luogo tranquillo dove vivere, riposarsi, dove avere una privacy.
“Che il sentimento di paura sia diffuso”, conferma l’Istat, “è confermato anche dal dato relativo a coloro che non si sentono sicuri quando sono soli perfino all’interno della loro abitazione. Anche in questo caso l’insicurezza è maggiore tra le donne soprattutto anziane. Con un salto, del senso di insicurezza percepito, quando si è da soli nella propria abitazione”.