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Diritto e Web, necessarie regole comunitarie e legislazione europea

giovedì, 21 Gennaio 2021
1 minuto di lettura

“Per la legislazione del web bisogna lavorare a livello europeo, non basta una modifica costituzionale”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha presentato le due proposte di legge costituzionale relative all’articolo 21 e 34, che invitano a riconoscere il diritto di connessione nel rango costituzionale e allo stesso tempo a definire la natura giuridica di internet. Una riflessione nata all’interno dell’evento streaming “i diritti connessi”. Per il professore di di diritto costituzionale e dei media dell’Università Bocconi di Milano Oreste Pollicino “la codificazione di internet non può non passare dallo sviluppo del potenziale legato all’emancipazione, la solidarietà e l’uguaglianza digitale. Altrimenti si rischia di rimanere intrappolati nella retorica dei diritti fondamentali”.

Mentre il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora ha posto l’accento sul “digital divide che in un futuro sempre più digitale rischia di creare cittadini di serie a e b anche nei servizi essenziali”. Mentre il vice-segretario del PD Andrea Orlando si è concentrato sui problemi legislativi relativi alla regolamentazione di internet: “Quando parliamo di internet rischiamo di arrivare sempre tardi rispetto alla stessa lesione del diritto. E poi c’è il problema della legislazione nazionale, che si trova ad agire su violazioni sovranazionali. E’ importante riflettere anche sulle piattaforme che ormai hanno un ruolo pubblico come i social e su come i governi possono agire per regolamentarle”.

E alla fine della diretta, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha sottolineato la necessità di mettere “tutti nella stessa condizione di avere le adeguate conoscenze e informazioni per usare internet con libertà. Invece, nel nostro paese manca l’adeguata consapevolezza a riguardo. Eppure non partiamo da zero.
Abbiamo il caso di Trump, che al di là della condivisione o meno dei contenuti delle sue pagine social rappresenta un precedente pesante. Nel futuro il nuovo oro non sarà più il petrolio ma i dati e le informazioni. Bisogna agire subito”.

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