Per il Governo Conte, che ha incassato ieri sera la fiducia della Camera, oggi il passaggio più difficile: quello del Senato dove i numeri sono a rischio, ma non tanto – a quanto pare – di far mancar una maggioranza, sia pure esigua.
Ad agevolare questo obbiettivo, anche la decisione del gruppo del senatori di Italia Viva, annunciata in aula
stamane da Boschi, di scegliere la strada dell’astensione dal voto, nell’obbiettivo, lo ha esplicitamente detto, di mantenere aperto un dialogo con gli ex alleati di governo. Quel che è evidente, infatti, è che se il passaggio della fiducia era ed è importante, altrettanto e forse più importante è che il governo possa esprimere una reale volontà riformatrice e che nelle Commissioni Parlamentari ci si impegni a sostegno di essa.
Ed è proprio nella direzione delle riforme, che Conte ha annunciato una revisione in senso proporzionale della legge elettorale e l’avvio delle procedure per una revisione del titolo V della Costituzione relativamente al rapporto fra Stato e Regioni: un tema, questo, a cui è sensibile un vasto arco di forze politiche, compreso Renzi che ne aveva fatto un aspetto del suo progetto di riforma costituzionale poi bloccato dal referendum. Allo stesso modo, resta necessaria una svolta di efficienza e di equilibrio sul tema della giustizia.
Una esigenza, questa, che muove non soltanto dalla sensibilità morale e politica per le imperfezioni e le falle del sistema, ma anche dalle sollecitazioni dell’Unione Europea e dalla consapevolezza che, con l’attuale quadro di incertezze, ritardi e confusione, c’è poco da sperare nell’attrattività del sistema internazionale delle imprese per investimenti nel nostro paese.
E’ certamente un bene aver allontanato il rischio di elezioni anticipate, rese più drammatiche dai problemi aperti della pandemia e dai gravi problemi che ne sono conseguiti per la tenuta sociale.