L’istruzione continua a incassare colpi a causa dei numeri della pandemia. Tra tira e molla, ormai da marzo la scuola manda avanti i percorsi formativi grazie alla didattica a distanza.
All’inizio salutata con un po’ di scetticismo, la Dad è poi diventata un salvagente per docenti, educatori, studenti e famiglie. In questi mesi molto è stato fatto per migliorarne l’utilizzo e la fruizione: tra le tante azioni, lo sviluppo di piattaforme ospitanti chiare e funzionali, la previsione di misure volte a consentire agli studenti l’accesso ai device, l’estensione della banda ultralarga a diverse zone.
Le disuguaglianze, spesso generate anche dal rallentamento nel processo di digitalizzazione, sono venute a galla e la necessità di ricorrere alla didattica a distanza ha contribuito a dare una forte spinta all’innovazione tecnologica del nostro Paese.
La didattica in presenza, di cui tanti auspicano il ritorno, resta un punto interrogativo: la ripresa era attesa per il 7 gennaio, ma già è stata annunciata una proroga. E l’effettivo ritorno tra i banchi non garantisce la continuità per l’intero anno scolastico. Pertanto, ad oggi la Dad si rivela ancora una valida alleata, anche se non priva di punti deboli.
La principale accusa mossa alla didattica online è l’assenza di quello scambio relazionale che solo la vicinanza tra insegnanti e studenti e tra studenti stessi può generare. Tuttavia esistono degli espedienti che, almeno in questo momento di crisi, possono supportarli nella realizzazione di un percorso formativo ed educativo innovativo, che non trascuri l’aspetto relazionale.
Allo scopo di fornire consigli pratici e riferimenti teorici per superare l’online e giungere a una formazione a distanza “onlife”, è nato il progetto “La scuola onlife. Guida pratica per la Didattica Digitale Integrata”.
La pubblicazione è opera dalla Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus – Educazione ai Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e realizzata all’interno di ECo- S.C.AT.T.I., progetto finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. È il frutto delle criticità riscontrate proprio a seguito del lockdown di marzo 2020 in 4 territori già attivi su una progettazione comune (Calabria, Lazio, Lombardia e Sicilia).
Una Guida gratuita che tenta di superare i limiti imposti dall’online, facendo emergere la stretta compenetrazione tra mondo reale e mondo virtuale, mettendo in luce gli aspetti positivi del digitale pur conservando la cura delle relazioni.
L’uso forzato e prolungato delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), hanno fatto sorgere una certa insofferenza, e in alcuni casi diffidenza, circa la loro applicazione alla didattica.
La Guida si propone di fornire gli strumenti per creare un’integrazione tra didattica a distanza a didattica in presenza, partendo dall’idea che “in qualsiasi ambiente, se si adotta un approccio centrato sulla persona che mira a co-costruire significati nella relazione e al contempo lasci spazio allo sviluppo individuale, si possa attuare un intervento educativo di qualità”.
Alla base dell’esperienza di E.D.I. Onlus con le TIC sta il convincimento che esse, “per loro caratteristica, consentano di attivare e gestire processi partecipativi, così come momenti ludici e di apprendimento”. Potenzialità che, in un processo di sperimentazione con personale scolastico ed educatori, hanno permesso di ampliare l’idea iniziale di applicazione delle TIC al contesto scolastico.
La prima parte è dedicata alla presentazione teorica dell’applicazione delle tecnologie in campo educativo, al fine di fornire suggerimenti per un uso efficace e consapevole delle TIC nella didattica.
Nella seconda parte si tracciano le metodologie, le tecniche e gli strumenti per la Didattica Digitale Integrata, con un’attenzione particolare alla promozione della partecipazione mediante l’uso delle tecnologie, con riferimento anche all’inclusione di alunni con bisogni educativi speciali.
La terza parte, infine, è riservata a proposte di attività da realizzare con bambini e ragazzi in tre ambiti specifici: rischi online e cittadinanza digitale, didattica innovativa delle discipline, promozione della partecipazione attraverso le tecnologie.