lunedì, 18 Novembre, 2024
Economia

Da piani di risparmio un’opportunità, cresce la protezione

Le opportunità dalla ripartenza con il plus di un paracadute di protezione. Questi in sintesi i fattori chiave dei pir alternativi che si presentano ai risparmiatori in questo 2021 con il rinnovato appeal delle novità introdotte in manovra. I Piani Individuali di Risparmio dopo l’impasse degli ultimi due anni, con la volatilità e le pressioni dalla crisi, si affacciano al nuovo anno forti delle novità in termini di prodotto e di rinnovati vantaggi fiscali. Il primo fronte parte dall’evoluzione delle soluzioni, con la variante pir alternativi, che sposano gli investimenti anche meno liquidi, verso le pmi e l’economa concreta, reale delle aziende e del Paese.

Il secondo riguarda invece i benefici fiscali dal supporto a questo tipo di investimenti varato la scorsa estate dal Governo, cui ora si aggiunge anche nuovo scudo pubblico sotto forma di credito di imposta nel caso alcuni strumenti presentino minusvalenze. In sostanza, per i pir alternativi si profila un anno sotto i riflettori per le possibilità di puntare su fattori di ripresa con l’arrivo dei fondi europei ma con la garanzia di poter pararsi le spalle se ci fossero ancora spiragli della crisi. La Legge di Bilancio 2021 prevede un credito d’imposta del 20%, pari alle potenziali perdite subite nel corso dell’anno da un investimento in questi prodotti, che si può recuperare nell’arco di un decennio per chi mantiene l’investimento in questo strumento per almeno 5 anni. Una buona notizia per due ragioni: si riduce il profilo di rischio per chi decide di puntare sulle pmi e sul Sistema-Paese e aumentano le opportunità di diversificazione e decorrelazione dai tradizionali strumenti di mercato, come ad esempio i bond alle prese con gli squilibri dalle mosse delle banche centrali. Diverse primarie reti di consulenza e società di asset management hanno annunciato la discesa nel mondo dei pir alternativi, ma i primi a muovere passi concreti in tale direzione sono stati i private banker di Banca Generali.

La società guidata Gian Maria Mossa ha presentato infatti lo scorso giugno il progetto Bg4Real, un vero e proprio contenitore di investimento composto da due strumenti noti come “pir alternativi”, un Fia che punta sull’economia europea e un Eltif sulle pmi italiane. Andrea Ragaini, vice direttore generale di Banca Generali spiega che “lo scudo sulle potenziali perdite da questi strumenti rappresenta un ulteriore elemento di protezione per quei risparmiatori che vogliano aumentare ed efficientare il livello di diversificazione e decorrelazione dalla volatilità dei mercati nel proprio portafoglio.

Crediamo che al di là dei benefici fiscali presenti sia proprio la natura dell’investimento e l’appetibilità di certe forme di credito per le pmi o settori strategici per la ripresa a rappresentare le migliori opportunità”. Tra le caratteristiche del prodotto Eltif (European Long Term Investments Fund) di Banca Generali (8A + Real Eltif Italy) le gestione multi-manager, con molteplici strategie d’investimento e la diversificazione multi-asset con un peso per all’80% su strumenti di debito e per il 20% di azioni (di cui il 10% in pmi quotate e il 10% in investimenti diretti in aziende). “I benefici fiscali portano ancora più protezione ai pir-alternativi che guardando anche alla sfera degli strumenti meno liquidi dalle prospettive rischio-rendimento comunque interessanti”, aggiunge Ragaini che sottolinea come “in un momento di tassi a zero e in cui oltre 18 mila miliardi nel mondo del reddito fisso globale sono prezzati a rendimenti negativi, la ricerca di valore possa contemplare questo tipo di strumenti. Sempre con l’ausilio di un professionista al proprio fianco che comprenda gli obiettivi e le necessità del cliente e il suo profilo di rischio. Per questo tipo di clientela il doppio vantaggio di aumentare l’efficienza dei propri risparmi e portare un aiuto concreto alla ripresa delle aziende e del Paese. Il tutto favorito dalla strada maestra tracciata dagli incentivi fiscali”.

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