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177 miliardi europei per investimenti vecchi e nuovi, senza aumentare né debito né spesa corrente

lunedì, 4 Gennaio 2021
1 minuto di lettura

Una delle critiche più dure che Renzi ha sollevato contro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di Conte riguarda la quantità dei fondi del Next Generation Eu (NGEU) da destinare a progetti nuovi rispetto a quelli già deliberati in era pre-Covid.

Come è noto, dei 209 miliardi che verranno in Italia (se presenteremo progetti seri e credibili e se saremo bravi a rispettare i tempi di attuazione) 82 sono trasferimenti di bilancio (in pratica non dovremo restituirli) e 127 invece sono prestiti. Questi ultimi non solo vanno rimborsati, anche se a tassi irrisori, ma costituiscono nuovo deficit e debito.

Conte e Gualtieri hanno proposto di utilizzare solo 40 dei 127 miliardi di prestiti per finanziare nuovi progetti. Gli altri 87 verrebbero spesi per finanziare la realizzazione di opere già previste prima della pandemia. In pratica, invece di emettere titoli del Tesoro per 87 miliardi per finanziare vecchi ma importanti progetti, il Governo vorrebbe ricorrere ai soldi dell’Europa.

Renzi invece chiede che tutti e 127 miliardi siano spesi solo per nuovi progetti. Questo significa che per attuare quelli già varati, il Governo dovrebbe introdurre nuove tasse o aumentare il debito pubblico di altri 87 miliardi emettendo titoli di Stato.

Se la proposta di Renzi fosse accolta, quei 127 miliardi europei farebbero salire ulteriormente il rapporto tra debito e Pil, che già oggi è al 160%, aumenterebbero il deficit pubblico che viaggia introno al 10%. Perché preoccuparsi di questo?

Semplice. Per tutto il 2021 è sospeso il patto di stabilità. Ma a partire dal 2022 un po’ alla volta si tornerà al vecchio regime e l’Italia dovrà rientrare nei ranghi, se non vuole deteriorare i propri rapporti con la Commissione europea che è stata così prodiga di aiuti nei nostri confronti.

La linea del Governo è prudente: non facciano troppo deficit e debito ma con i 127 miliardi facciamo partire progetti nuovi per 40 miliardi e progetti che avevamo già deliberato per altri 87.

In realtà si potrebbe trovare un ragionevole compromesso tra l’esigenza del Governo di non far crescere il debito e la richiesta di Renzi di destinare tutti i 127 miliardi a nuovi progetti. Come?

Il Governo potrebbe decidere di utilizzare almeno il 60% degli 82 miliardi di aiuti (che non costituiscono debito) per aumentare gli investimenti in nuovi progetti passando dai 40 previsti dal PNRR a 90 miliardi. Il volume complessivo degli investimenti, tra vecchi e nuovi progetti, salirebbe alla ragguardevole cifra di 177 miliardi, senza dover aumentare le tasse o ricorrere a nuove emissioni di debito pubblico.

Degli 82 miliardi di aiuti resterebbero disponibili per altre spese solo 32. La vera sfida è evitare che gli aiuti siano spesi in allegria per finanziare iniziative che non hanno alcun effetto positivo dell’economia.

Mario Draghi ha fatto una distinzione tra debito buono che serve alla crescita e debito cattivo che non genera ricchezza nazionale. Questa distinzione deve valere anche per gli aiuti europei che non costituiscono debito. Bisogna usarli tutti o in gran parte solo per gli investimenti altrimenti saranno aiuti sprecati.

Cosa ne pensa Renzi?

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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