Ancora un rinvio, ancora polemiche. La levata di scudi arriva, di nuovo e con toni, più aspri da Confedilizia che critica l’ultima bozza del decreto Milleproroghe che contiene il prolungamento sino al 30 giugno 2021 del blocco degli sfratti per morosità, in atto già da quasi un anno.
“Si tratta di una decisione da irresponsabili”, sottolinea Confedilizia, “che si deve anche a sindacati degli inquilini interessati all’ideologia anziché alla salvaguardia dell’affitto. In sostanza, si fa carta straccia delle decisioni dei giudici che hanno stabilito – spesso dopo anni e anni di contenzioso – di restituire ai proprietari i loro immobili e si legittimano situazioni di illegalità consolidate. Il tutto, senza alcun risarcimento per le vittime di questa vera e propria requisizione (ma per monopattini et similia i soldi si trovano) e dopo aver chiesto loro persino di pagare l’Imu”. La proposta di Confedilizia, è un invito a tutti i membri del Governo a leggere sul sito di Confedilizia, “le testimonianze delle vittime del blocco: se lo faranno, proveranno vergogna”. A ritroso, nelle scorse settimane Confedilizia aveva criticato la gestione del patrimonio edilizio contestando al Governo le scelte fatte.
“Dal marzo scorso, per effetto di diverse leggi, è in atto una requisizione di fatto di una parte degli immobili privati”, ricorda Confedilizia, “Si è stabilito, infatti, che fino al prossimo 31 dicembre – terza proroga in pochi mesi – non debbano essere attuati i provvedimenti dei giudici che hanno ordinato di restituire ai proprietari gli immobili oggetto di affitti giunti a conclusione, per lo scadere del termine di durata del contratto o per il mancato pagamento dei canoni”. Tecnicamente si chiama “sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili”, ma la misura è più nota come “blocco degli sfratti”.
“La profonda iniquità di questa disposizione – che riguarda tutte le tipologie di immobili, abitativi e no – è evidente a chiunque guardi al tema con obiettività”, osserva ancora con disappunto Confedilizia, “Lo scopo con il quale viene giustificata – proteggere i cittadini più vulnerabili nel periodo della pandemia – è fallace. Nel 2020, considerare ancora gli inquilini, per definizione, la parte debole del rapporto di locazione, è un anacronismo”. Per meglio far capire le ragioni dei proprietari di immobili la Confederazione ha creato un’apposita pagina Internet significativamente intitolata “Lettere dalle vittime del blocco sfratti”. “Vi si possono trovare tante storie di famiglie ridotte in miseria”, scrive la Confedilizia, “per effetto della sospensione delle esecuzioni oltre che delle “ordinarie” lentezze della giustizia. Che riguarda, peraltro, per lo più situazioni che nulla hanno a che fare con il Covid e molto risalenti nel tempo. In ogni caso, anche nelle realtà – ovviamente esistenti – in cui vi è una difficoltà dell’inquilino, è il sistema pubblico che deve farsi carico del problema, non un altro privato su imposizione dello Stato”.