“Denunciamo anche noi una discriminazione come associazione. Non bastava il fondo da 4 milioni di euro per la comunità LGBTQI+ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali ecc,…), previsto dal Ddl Zan per l’istituzione di case rifugio e sportelli di ascolto per le vittime di atti omotransfobici. Ora in Manovra sono in arrivo 3 milioni di euro in tre anni, 1 milione per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023, per il sostegno alle attività di associazioni con approccio laico, pro gender e femminista. E’ una vera e propria ingiustizia nel nome della tolleranza degli intolleranti” ha denunciato in una nota Pro Vita e Famiglia Onlus, associazione prolife e profamily impegnata nel terzo settore.
“Le attività a contrasto delle forme di violenza e discriminazione fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere sono già ben foraggiate dallo Stato, da Regioni e Comuni sin dal 2014, nonostante troppo spesso siano frutto di una visione ideologica e spesso del tutto infondata, essendoci stati diversi casi con denunce dimostratesi poi false” ha aggiunto il presidente Toni Brandi.
“Per quanto riguarda quelle attività fondate sulla disabilità, ma che non risultano avere finalità e obiettivi rivolti alla prevenzione della libertà femminile e di genere e alla prevenzione e contrasto alle discriminazioni di genere, ben poco invece è stato fatto finora, quando ci sono intere famiglie in difficoltà e abbandonate a loro stesse, famiglie reali con problemi reali e documentati, oggi messe a dura prova dall’emergenza Coronavirus e spesso alla fame. Si continua con scelte colpevoli e ingiuste che spiegano bene i tempi bui e nefasti che stiamo vivendo. Ma noi non molleremo in nome del Bene Comune” ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia.
(Lo_Speciale)