Un giudizio: “molto critico” e trattativa in stallo. Nuovo stop tra sindacati e Federmeccanica per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori. Per la Fiom-Cgil si stanno sovrapponendo diversi problemi che frenano l’intesa, mentre i passi avanti sono pochi e per il sindacati nemmeno nella direzione giusta.
“Nell’incontro”, fa presente Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, “sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, dopo aver affrontato i temi di mercato del lavoro, trasferte, orario di lavoro e diritti e tutele, Federmeccanica e Assistal hanno presentato prime proposte su salute e sicurezza, formazione continua, lavoro agile e appalti, sulle quali la delegazione ristretta si è riservata pur esprimendo da subito un giudizio molto critico”.
Per la federazione degli operai metalmeccanici i temi centrali della trattativa restano distanti.
“Siamo in una fase della trattativa molto complicata”, rivela la segretaria generale Fiom-Cgil, “resa ancora più complicata dalla difficoltà di realizzare un confronto in presenza con l’insieme della delegazione trattante. Soprattutto siamo troppo distanti sui temi centrali di questo rinnovo contrattuale, salario e inquadramento, per i quali se non ci sono risposte adeguate la trattativa non può progredire”. I tempi della trattativa sono ristretti ed entro dicembre bisognerà trovare dei punti fermi.
“In questa difficile situazione è stata fissata una riunione in plenaria per il 22 dicembre, preceduta da incontri ristretti il 15 e 16 dicembre”, conclude Re David. Più in generale i sindacati ricordano che la sperimentazione avviata con il Ccnl del 26 novembre 2016 non ha raggiunto due obiettivi previsti: la diffusione della contrattazione di secondo livello e la redistribuzione di profitti e produttività.
Pertanto la richiesta è di incrementare per la vigenza 2020-2022 dell’8% i minimi salariali dei metalmeccanici, nel rispetto dell’accordo interconfederale del 9 marzo 2018 e di quanto definito nella contrattazione dei metalmeccanici”.
Richieste secondo i sindacati a cui Federmeccanica-Assistal ha dato risposte diverse da quelle attese. “Federmeccanica”, scrivono i sindacati, “vuole mantenere l’attuale modello di rivalutazione dei minimi all’inflazione, con adeguamento ex post all’indice Ipca; definire una modifica dell’inquadramento con la rivisitazione e arricchimento delle declaratorie a cui riconoscere un Elemento di Valorizzazione del Lavoro; corrispondere un Trattamento Retributivo Complessivo, composto dall’adeguamento Ipca e dall’Elemento di Valorizzazione del Lavoro, per gli anni 2021 – 2022 – 2023 del valore lordo di: 18 euro nel 2021 – 21 euro nel 2022 – 26 euro nel 2023 per il 5 livello e riparametrati per i restanti livelli con l’attuale scala parametrale;
con erogazione dell’adeguamento Ipca nel mese di giugno e dell’importo a titolo di Elemento di Valorizzazione del Lavoro nel mese di luglio ogni anno.
Inoltre secondo Federmeccanica e Assistal; le aziende che nell’anno 2020 non hanno recuperato i livelli di fatturato pre Covid, cioè quello dell’anno 2019, posticipano l’erogazione dell’importo relativo all’ Elemento di Valorizzazione del Lavoro del 2021 nei due anni successivi (nel 2022 e nel 2023) in due rate di pari importo; l’Elemento di Valorizzazione del Lavoro è omnicomprensivo dell’incidenza sugli istituti di retribuzione indiretta e differita ed escluso dal calcolo del Tfr”.