domenica, 17 Novembre, 2024
Economia

Sbatti il Mes in prima pagina

Un mostro si aggira tra le istituzioni europee. Si chiama MES (Meccanismo Europeo di Stabilità). In Italia è diventata una parolaccia, evoca i peggiori disastri, il saccheggio dei nostri risparmi e l’assalto di un’altra entità minacciosa a tre teste denominata Troika (FMI, BCE e Commissione Europea). È proprio sulla riforma del MES che il Governo corre il rischio più alto. Conte è sicuro di farcela, sulla carta però i numeri sono traballanti.

Ma è proprio così mostruosa questa riforma del MES che l’Italia aveva bloccato un anno fa e che ora vorrebbe approvare?

Vediamo. L’art. 123 dei Trattati europei vieta il salvataggio di Stati membri per evitare che ci sia un incentivo ad indebitarsi nella certezza che altri ti salveranno. Nel 2010, per dare assistenza all’Irlanda e al Portogallo viene inventato l’EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism), un fondo temporaneo con una capacità di prestito di 60 miliardi. Su pressione dell’Italia, nel 2012, si costruisce un fondo permanente, il MES, organizzazione intergorvernativa basta su un Trattato al di fuori del quadro giuridico dell’Unione Europea. Ha un capitale di 700 miliardi di cui 80 già versati dagli stati membri. Il MES ha concesso prestiti a Cipro, Spagna e Grecia ponendo rigide condizioni contenute in un Memorandum Of Understanding che fissa i tagli ai debiti e le riforme da effettuare.

Il Mes è guidato da un Consiglio dei Governatori formato dai ministri delle finanze dei 19 Paesi dell’Eurozona. Decide sempre all’unanimità. Quando la Commissione e la BCE chiedono decisioni urgenti in caso di minaccia alla stabilità dell’area euro, decide con l’85% del capitale. Quindi, l’Italia, avendo il 18% del capitale può bloccare qualsiasi decisione del MES. Le decisioni a maggioranza semplice sono limitate ai versamenti necessari per ripianare le perdite che hanno ridotto il livello del capitale versato.

La riforma non prevede alcun meccanismo di ristrutturazione automatica dei debiti sovrani, contro cui si era espresso il Governatore della Banca d’Italia Visco, né affida al MES alcun compito di sorveglianza macroeconomica, ma introduce due importanti novità. Per il salvataggio di istituti di credito, il MES interverrà per garantire il Fondo di risoluzione comune delle banche. Se uno Stato in difficoltà vorrà i prestiti della linea di credito meno severa, quella precauzionale (PCCL), dovrà rispettare il Patto di Stabilità, non dovrà essere sotto procedura di infrazione per disavanzo eccessivo o squilibri macroeconomici elevati. Contrariamente alla richiesta dei falchi olandesi e tedeschi, l’eventuale ristrutturazione del debito non sarà automatica ma toccherà alla Commissione europea svolgere l’analisi della capacità del Paese di ripagare il debito.

Non ci sarà più il famigerato Memorandum Of Understanding ma basterà una lettera di intenti del Paese richiedente. Il coinvolgimento del settore privato nella ristrutturazione del debito è limitato solo a casi eccezionali e la riforma prevede per le clausole di azione collettiva CACs (Collective action clauses) un’unica e non più una doppia deliberazione dei possessori dei titoli pubblici per modificare le condizioni di tutte le obbligazioni. In tal modo, come spiega la Banca d’Italia si riducono “i costi connessi con l’incertezza sulle modalità e sui tempi della sua realizzazione, che danneggiano sia il paese debitore sia i suoi creditori. Ma questi costi sono solo una piccola parte di quelli complessivi di un default, e la loro riduzione non è certo sufficiente a renderlo più probabile: il vero disincentivo al default sono le sue disastrose conseguenze economiche e sociali”. Insomma non c’è nessun aumento della probabilità di un default ma si riduce l’incertezza del suo esito favorendo un possibile calo dei premi per il rischio che pesano sui titoli pubblici. Chi vorrà accedere alla linea di credito a condizionalità rafforzata (ECCL) si sottoporrà a misure correttive più rigide e potrà beneficiare – come già avviene – degli interventi della BCE sul mercato secondario dei titoli di Stato con le operazioni OMT (Outright Monetary Transactions).

Dove sta la mostruosità di questa riforma? Dove sono scritte tutte le minacce ai risparmi degli italiani ventilate da Salvini e Meloni? Dove hanno letto gli antieuropeisti di destra che il MES decide a maggioranza e che i soldi versati dall’Italia potranno essere utilizzati contro la nostra volontà? Dove hanno visto quelli di Forza Italia che il ruolo della Commissione Europea sarà puramente notarile?

La vera mostruosità è proprio in questi attacchi preconcetti e palesemente privi di alcun fondamento. Sono fatti della stoffa di quelli dei 5 Stelle contro l’uso del MES per la sanità che, per giunta, è privo di condizioni e a tassi ridicoli che ci farebbero risparmiare 5 miliardi in 10 anni. Una follia collettiva.

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