Mentre ancora Proietti ci sorride e ci saluta e calano tristi gli ultimi sipari, anche il teatrino della politica, l’unico rimasto, non ci appassiona più. Assistiamo assonnati agli ultimi scontri tra Trump e Biden che si giocano l’America tra accuse e offese personali, con la certezza che il vestito della first lady conterà più del programma welfare. C’è? Quale?
Ma anche da noi lo spettacolo non è dei migliori: tra regioni e governatori, zone arancioni, gialle e rosse rimpiangiamo il nostro vecchio tricolore.
“Ma chi ce l’ha messi?” ci chiede Crozza il venerdì sera e ridiamo con lui. La risposta, però, è amara. Siamo stati noi. Sempre di corsa tra casa e lavoro, con la testa persa tra una fiction e un profilo Facebook, abbiamo affidate le speranze a un gratta e vinci e davvero di pensare alla politica non abbiamo avuto tempo.
Ma ora qualcosa è cambiato. Tolti gli aperitivi per strada, i week end persi nei centri commerciali, la gente sta tornando a leggere, scrivere, pensare. Pc sulle gambe, diamo umo sguardo alla TV. Le immagini passano gli ultimi bollettini, esperti e ospiti che dicono tutto e il contrario di tutto e la mente si rifugia nel passato. Ma dove sono i politici di un tempo, i grandi statisti, gli ex-partigiani, quelli con le teste come meloni, che riempivano le piazze e facevano urlare per la strada? Marxismo, liberismo, capitalismo sono rimasti nei manuali di scuola ma, mentre la crisi ci attanaglia, che cosa programmiamo? Sentiamo parlare di inside-trading, rating, standards e poors, ma le idee quali sono? Quali nuove teorie e proposte garantiscono il nostro futuro? E soprattutto, chi ci guida?
Dalla tv, gli occhi vanno allo scaffale. I nomi sulle costole dei libri impolverati danno un brivido nella schiena. Certo, siamo ancora e sempre dei nani, ma possiamo e dobbiamo tornare a salire sulle spalle di quei giganti, di quelli che hanno fatto grande la storia, la politica, la cultura e, perdonatemi, l’Italia.
Come virologi nel laboratorio, serve l’umiltà, il sacrificio e l’impegno di studiare, riflettere, pensare, sperimentare e elaborare, perché no, la politica non è un gratta e vinci.