L’attuale crisi pandemica sta determinando il peggior shock economico mondiale che si sia mai verificato dal secondo dopoguerra.
Il Governo al fine di contrastare gli effetti della crisi, che si è abbattuta sul nostro sistema economico con la forza devastante di uno tsunami, ha introdotto una serie di misure volte ad incentivare gli investimenti dei privati. Fra queste misure l’introduzione dei bonus fiscali rappresenta una delle scelte di maggiore lungimiranza del nostro legislatore.
Dalla lettura del Rapporto «Statistiche catastali 2019» e del Rapporto su «Gli Immobili in Italia», entrambi redatti a cura dell’Agenzia delle Entrate, possiamo evincere che al 31 dicembre 2019 risultavano censiti in Italia circa 66 milioni di immobili con attribuzione di rendita catastale, dei quali il 50% adibiti a titolo di abitazioni principali (ca. 20 Milioni) e pertinenze di abitazioni principali, con una percentuale maggiore nel Sud Italia di famiglie residenti in abitazione di proprietà rispetto al centro nord.
A fronte di un patrimonio residenziale costituito per oltre il 60% da immobili costruiti prima del 1980, l’analisi delle dinamiche cicliche degli investimenti in edilizia residenziale evidenziano il ruolo anticiclico dell’attività di manutenzione straordinaria rispetto alla contrazione delle nuove costruzioni.
Nel 2018 gli interventi in manutenzione straordinaria sul patrimonio immobiliare esistente sono stati pari a 89,5 miliardi di euro, dei quali 51,4 miliardi sono stati relativi all’edilizia residenziale. Gli investimenti in recupero edilizio e di riqualificazione energetica attivati con gli incentivi fiscali nel 2018 sono stati pari a 28,5 miliardi di euro a fronte di circa 1,7 milioni di interventi (Fonte: CRESME)
Se le prime misure normative che concedevano detrazioni fiscali ai soggetti che ristrutturavano i propri immobili avevano come principale finalità l’emersione dell’economia sommersa, le nuove misure hanno tutt’altre finalità, che risiedono nella volontà del Governo di migliorare l’efficienza energetica e di ridurre il rischio sismico del patrimonio immobiliare italiano, ed al contempo introdurre misure che possano essere da volano alla ripresa degli investimenti privati, orientando le politiche nazionali verso la strategia della sostenibilità. In tal senso, il superbonus 110% e gli altri bonus fiscali stanno consentendo ai privati di realizzare lavori di efficientamento energetico e di riqualificazione del patrimonio immobiliare residenziale con importanti riduzioni di prezzo fino ad arrivare a costo zero per il bonus 110%. In tal senso, Poste Italiane ha lanciato la propria offerta per supportare i cittadini che vogliano sfruttare tali opportunità. Infatti è già attiva la possibilità di cedere i propri crediti fiscali derivanti dal superbonus 110% e gli altri crediti edilizi a Poste Italiane.
Il servizio è disponibile per Privati, Imprese e Liberi Professionisti, titolari di un conto corrente BancoPosta che vogliano cedere il proprio credito d’imposta ed ottenere subito la liquidità sul proprio conto Bancoposta. I Clienti BancoPosta, per attivare la procedura oltre a recarsi nei 12.000 Uffici Postali sul territorio, in alternativa, potranno compilare e sottoscrivere la cessione del credito d’imposta tramite la procedura di richiesta on line inserendo le credenziali del proprio internet banking.
di Alessandro Alfano – Commercialista e Socio Fondatore AIDR
(Lo_Speciale)