In tutta Europa si sta affermando la politica del lockdown con misure mirate a contenere l’epidemia di Covid. Misure però che stanno provocando violente proteste e forti tensioni sociali a causa delle pesanti ricadute da queste prodotte in ambito economico. E ci si chiede come mai tutti i Paesi stiano seguendo la stessa politica. Il lockdown sta diventando un modello di governo europeo? E con quali obiettivi? Lo abbiamo chiesto al medico, psichiatra, scrittore, opinionista televisivo ed ex parlamentare Alessandro Meluzzi.
Ci stiamo avviando verso un nuovo lockdown, stavolta però in linea con Francia e Germania, i Paesi guida dell’Europa. Che vuol dire questo? Possibile che non ci siano altre strade per fermare la diffusione del virus?
“Di cosa si meraviglia? Sono mesi che si parla di un nuovo lockdown. Già questa estate lo si dava per certo quando il governo ha prorogato lo stato d’emergenza. Perché lo avrebbe fatto secondo lei? Perché aveva la palla di vetro e sapeva già ciò che sarebbe accaduto?”.
Però stavolta lo stanno adottando tutti i Paesi europei. È un caso o ci legge una precisa strategia?
“Mi sembra evidente che questo sistema sia messo in atto soltanto dai Paesi europei che seguono un’unica direzione politica. Non mi pare che i Paesi del blocco di Visegrad stiano percorrendo questa strada. È evidente che per l’Italia e le altre nazione del blocco ‘politically correct’, ci troviamo in presenza di un preciso metodo di governo che non riguarda soltanto l’ambito sanitario”.
In che senso?
“Nel senso che chiudere tutto non fa che prolungare la permanenza del virus, quindi produce l’effetto esattamente opposto a quello per cui il lockdown viene attuato. Come quando nei secoli passati si pensava di fermare la sifilide proveniente dalle Americhe affondando le navi spagnole che provenivano da quelle terre. Diciamo che il lockdown, più che una misura sanitaria, è in realtà una misura geopolitica”.
Dal punto di vista sanitario, lei che è medico, quali alternative suggerisce per contrastare la pandemia?
“Innanzitutto bisognerebbe iniziare con il dire la verità, tipo che gli asintomatici non sono contagiosi, che il Covid uccide una persona su trecento che lo contraggono, e che il 95% dei soggetti positivi ai tamponi è asintomatico. L’unica cosa da fare è curare i malati veri con impiego di cortisone, eparina, antibiotico di copertura, e in casi particolari e più gravi con dosi di clorochina anti malarica al posto degli antivirali. In questo modo anche il Covid diventerebbe una situazione sanitaria identica a mille altre che ci sono state nella storia. Assurdo giustificare le restrizioni con l’esigenza di bloccare la circolazione del virus perché mancano i posti nelle terapie intensive. Proprio dove si è tagliato di più nel corso degli anni e dove si dovrebbe oggi investire, cosa che si continua a non fare”.
Quindi anche lei ritiene che la paura indotta nelle persone sia in realtà una forma di pressione politica rivolta ad imporre determinati provvedimenti altrimenti inaccettabili?
“Per me si tratta di una psico-info-pandemia che forse servirà a ristrutturare i debiti dei titoli tossici delle banche e delle finanze e a consolidare il potere di una certa elite planetaria social-dem; e non è escluso che una eventuale vittoria di Trump alle presidenziali di domani possa modificare anche il corso delle politiche sanitarie”.
Cosa si aspetta da qui ai prossimi mesi?
“Che il virus permanga fino a quando servirà ai disegni geopolitici suddetti. I dati sanitari saranno irrilevanti. Spero in una vittoria di Trump proprio perché, attraverso di lui, sia possibile smascherare questo colossale inganno. Ecco perché stanno facendo di tutto per impedirne la rielezione, presentandolo come un pericolo per l’umanità quando è oggi l’ultimo baluardo della democrazia”.
(Lo_Speciale)