G.: Buonasera, per La Discussione siamo in compagnia del Presidente dell’Inps Pasquale Tridico: come vanno i conti dell’Inps e un suo giudizio anche sul reddito di cittadinanza?
P.T.: L’Istituto che ho l’onore di rappresentare gestisce notevoli risorse e prestazioni che sono più forti e solide soprattutto in un contesto attuale in cui si riesce a dividere la prestazione assistenziale dalla prestazione pensionistica. I conti dell’Istituto dal punto di vista pensionistico sono solidi; noi gestiamo contributi che un domani saranno pensioni e quello che è importante è garantire un ammontare sufficientemente alto di lavoratori, perché è la platea dei lavoratori di oggi che garantisce le pensioni del domani.
G.: Lei ha detto prima, durante la presentazione de La Discussione, che il vero problema è la platea dei lavoratori?
P.T.: Esatto. Il problema vero in effetti è questo. Lei pensi che siamo un Paese grande quanto la Francia, abbiamo 23 milioni di lavoratori più o meno; la Francia è un paese con 60 milioni di abitanti o poco più e ha 33 milioni di lavoratori, sono 10 milioni in più! Certo ci sono lavoratori in nero nel nostro mercato, presumibilmente 2 o 3 milioni, ma considerando anche questi non raggiungiamo il livello francese; ci
mancano lavoratori e abbiamo disoccupati. Questo è un po’ strano, significa che abbiamo tante persone che possono essere riattivate. Oggi lo strumento sia assistenziale, sia per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro è quello del reddito di cittadinanza che, con le appropriate politiche attive, potrebbe oggi garantire un reinserimento nel mercato del lavoro dei giovani e delle persone rimaste inattive.
G.: L’obiettivo è quindi quello di dare lavoro ai giovani, in particolar modo anche per tenere il gettito pensionistico?
P.T.: Esattamente. L’obiettivo è favorire un inserimento facile nel mercato del lavoro da parte dei giovani ma anche di persone inattive che non sono più tanto giovani. Noi abbiamo tanti inattivi quarantenni, che dovrebbero in qualche modo essere spinti e opportunamente sollecitati a rientrare nel mercato del lavoro.
G.: Il suo auspicio per l’Inps e per l’Italia?
P.T.: l’Inps ha un ruolo importante, un ruolo di differenza sociale nel Paese e per questo ruolo diventa sempre più importante quando le cose nel Paese vanno male, al contrario dell’economia privata, che quando le cose vanno male arretra, l’Inps quando le cose vanno male nel Paese avanza perché c’è bisogno di più NASpi, di più Reddito di Cittadinanza, di più Cassa integrazione. Ecco questo fa la differenza nel Paese, proprio per il sostegno che si può dare alla società.