Jole Santelli rappresenta ‘la meglio gioventù’ della seconda repubblica.
Aderì a Forza Italia dal primo istante, subito dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Edificò il suo impegno politico sulla base di una breve ma intensa militanza giovanile nella federazione giovanile socialista, una delle scuole politiche più formative della prima repubblica.
Aveva classe, Jole, e si vedeva. Bella era bella, ma di una classe che scoraggiava la battuta maschilista e la confidenza cameratesca: sapeva tenere a distanza e contemporaneamente coinvolgere sul piano affettivo ed emotivo. Aveva il piglio e la determinazione delle donne calabresi, e la cultura e sapienza giuridica delle scuole romane che aveva frequentato. Queste doti Jole le mostrò in parlamento, per diciotto anni consecutivi, al governo, al ministero della giustizia, e – per pochi mesi – alla guida della regione Calabria.
A differenza di molti calabresi trapiantati a Roma, dove formano una comunità autorevole e potentissima, Jole non aveva mai lasciato la Calabria e la casa di via Piave a Cosenza.
E lì è finita, sola, come sarebbe piaciuto a lei, donna coraggiosa e fiera. Ha guardato la morte negli occhi, ed è andata, forse fulminandola con uno dei suoi sguardi fulminanti e ripetendo con le parole del salmo: “dov’è o morte la tua vittoria?”.
un commento
Un profilo breve, bello, un ricordo di chi l’ha conosciuta. Io, come molti italiani, la conoscevo solo di fama. Da simpatizzante del centrodestra ho gioito per la sua netta vittoria alle scorse Regionali.
Mi colpì la sua afonia che, viene oggi sussurrato, era già un sintomo del male incurabile. Se così è allora comprendo un certo velo di tristezza che mi parve di leggere in lei, tramite le immagini televisive, la sera della vittoria.
“dov’è o morte la tua vittoria?”, dice San Paolo. Non sappiamo –non so- se l’Onerevole Santelli avesse il dono della fede in Cristo Risorto che ha vinto il peccato e la morte. Speriamo che oltre a“fulminarla con lo sguardo” la Presidente Santelli abbia accolto la morte come l’ingresso nella Vita Vera e si sia docilmente affidata alla Divina Misericordia