In un tempo, quello che stiamo vivendo, così pieno di incertezze, di problemi, di interrogativi, e così segnato dalla pandemia e dalle manipolazioni della realtà, l’Enciclica di Papa Francesco giunge come un soffio rigeneratore, che rianima e rinfranca quanti avvertono il peso degli egoismi, della violenza, della politica degenerata, delle ingiustizie e continuano a sperare e ad operare per un mondo migliore.
Dobbiamo tornare ad imparare che nessuno si salva da solo, ma insieme – questo, il messaggio di fondo dell’Enciclica- tanto più in una situazione dominata dalla globalizzazione e dalla interconnessione: occasioni sia per un autentica crescita civile e sociale, sia per una degenerazione ulteriore dei rapporti umani e di una fuga verso la disperazione.
Peccato che su tanti media un evento così denso di stimoli come la terza Enciclica di Francesco, che reca il significativo titolo “Fratelli Tutti”, sia stato posposto non solo alle notizie sulla pandemia, ma soprattutto alla fase contorta e oscura che sta vivendo da noi la politica, strumento essenziale per realizzare sviluppo, giustizia e partecipazione.
Certamente, è una notizia, ma minore, e non edificante, quella della deriva autodistruttiva del movimento cinque stelle.
Una deriva che parte proprio dalla presunzione di poter essere esterni ed estranei alle grande tradizioni politiche dell’Europa e quindi dal retroterra di idee, di pensiero, di storie sulle quali dovrà pur trovarsi la forza di costruire un nuovo soggetto politico che sappia cogliere l’esatta dimensione delle riflessioni e delle esortazioni di Papa Francesco.