Forse il Coronavirus sarà ricordato come la prima pandemia del secolo nuovo, come il virus che ha fatto crollare certezze ed economie, ma le altre patologie non scherzano. Anzi a ben vedere numeri e gravità dei casi c’è da riflettere. Ne è un buon esempio il cancro della prostata che è in drammatico aumento, ed è diventato il tumore più frequente in Europa tra gli uomini. Lesione che viene diagnosticata ogni anno a circa 450 mila uomini. È anche la seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo aver superato quello del colon retto: parliamo di 107 mila decessi nel 2018. La sua prevalenza supera ormai i 2,5 milioni di casi. Si stima che, sempre in Europa, un uomo su sette svilupperà un cancro prostatico prima dell’età di 85 anni.
“Numeri”, segnalano i ricercatori, “che si sviluppano anche in termini economici: il risparmio di un trattamento rispetto a quello necessario per una diagnosi ad uno stadio tardivo è enorme. Basti pensare che il costo di un trattamento chirurgico robot assistito, uno dei più utilizzati, è pari a 15 mila euro per paziente, mentre i costi di trattamento di una neoplasia avanzata e resistente alla castrazione possono essere stimati per paziente in circa 140 mila euro anno”. La situazione così difficile emerge dai nuovi numeri sul tumore della prostata – che fanno riferimento al 2018 – appena pubblicati sul ‘White Paper’ dell’European Association of Urology (Eau), e destinati alle Istituzioni sanitarie dell’Unione Europa. I dati sono stati diffusi in occasione del lancio della terza edizione dell’Urology Week europea che si svolgerà in tutti Paesi dell’UE dal 21 al 25 settembre 2020. In Italia l’iniziativa sarà promossa e illustrata dalla Società Italiana di Urologia (Siu) attraverso i propri canali web e social. “Per ottenere una strategia efficiente ed efficace che porti al risparmio di vite umane e a una migliore qualità di vita dei pazienti, è necessario un approccio basato sull’ integrazione delle risorse disponibili a livello europeo”, fa presente Walter Artibani, Segretario Generale Siu, “A livello globale, gli uomini muoiono sei anni prima delle donne, e una delle principali ragioni è la scarsa informazione e consapevolezza sulla loro reale condizione di salute. Non a caso solo il 48% di tutti gli uomini in Europa è consapevole del rischio di cancro prostatico e dell’importanza del test del PSA”.
Da questa difficile situazione emerge il ruolo dell’European Association of Urology. Questo infatti il motivo dell’importanza dell’iniziativa europea, che coinvolge società scientifiche nazionali, medici e personale sanitario, pazienti e loro familiari, politici e istituzioni: “diffondere la consapevolezza e l’importanza delle patologie urologiche tra la popolazione generale”. C’è necessità di diffondere i dati in modo da esercitare una attenzione verso la prevenzione. Di questo sono convinti i medici. “Questa iniziativa europea è un’opportunità ideale per educare la popolazione sull’importanza delle patologie dell’apparato urologico e genitale maschile e sul prendere seriamente in considerazione i sintomi parlandone con un Urologo”, sottolinea Rocco Damiano, professore di Urologia presso Università di Catanzaro e responsabile della comunicazione Siu, “Diventa imperativo quindi diffondere il ‘mantra’ del non soffrire in silenzio, ma agire per migliorare la qualità di vita con l’aiuto dell’Urologo. La diagnosi precoce del cancro prostatico salva vite umane, incrementa la qualità di vita dei pazienti e riduce i costi futuri per il sistema sanitario. Prima si agisce e migliori sono i risultati. Il più importante fattore nella selezione del miglior trattamento terapeutico resta la definizione dello stadio e dell’aggressività della malattia, oltre all’aspettativa di vita ed alle preferenze individuali sulla qualità di vita. Durante l’Urology Week La SIU metterà dunque a disposizione dei cittadini italiani i propri canali web & social per ricevere richieste e domande. Fornendo al contempo materiali e informazioni utili”.
“Sono ormai infiniti gli studi pubblicati con rilevante evidenza dei benefici della diagnosi precoce nel cancro prostatico – continua Damiano – per questo è importante che i programmi di salute pubblica dell’Unione Europea promuovano la consapevolezza dei benefici correlati alla diagnosi precoce. Raccomandazioni chiave indirizzate all’Unione Europea sono già contenute in un ‘white paper’ prodotto dall’Associazione Europea di Urologia (Eau). Ma ora è necessario che l’Health programme 2021-2027 della EU supporti un’ampia campagna informativa e di consapevolezza sul cancro della prostata nella popolazione maschile. Solo incrementando il numero di uomini bene informati si assicurerà una migliore prevenzione, cura, e qualità di vita. A costi sostenibili: il risparmio di un trattamento immediato rispetto a quello necessario per una diagnosi ad uno stadio tardivo è enorme.
Basti pensare che il costo di un intervento chirurgico robot assistito, uno dei più utilizzati per la malattia localizzata, è pari a 15.000 euro per paziente, mentre i costi per pazienti con neoplasia avanzata e resistente alla castrazione possono essere stimati in circa 140.000 euro/anno a paziente. Per questo l’Unione Europea deve diventare promotrice di trattamenti standardizzati e di alta qualità e multidisciplinari. Solo uniti è possibile favorire il progresso nella diagnosi e nella cura nel cancro della prostata in tutta l’Unione Europea. Gli Urologi italiani sono pronti a fare la loro parte sostenendo presso la Commissione Europea per la Salute tutte le iniziative per una maggiore consapevolezza delle patologie urologiche nella popolazione generale”.