“Non lasceremo nessuno da solo”, ha detto la ministra eppure sui i lavoratori fragili, chiosa la Uil: “Se non si interverrà con un provvedimento specifico produrrà riduzione dello stipendio fino al licenziamento”,
Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, valutando gli effetti del provvedimento preso dal ministero sui lavoratori fragili, auspica, “Ora serve responsabilità politica e coerenza”. La scuola pur tra mille difficoltà è ripartita ma servono per la Uil quelle “Misure che coinvolgeranno, in misura diversificata, sia i lavoratori a tempo indeterminato che quelli a tempo determinato che hanno periodi di “comporto” differenziati, ma che portano alle stesse conclusioni”, osserva il sindacato, “di perdita di un diritto sacrosanto alla retribuzione e allo status giuridico conseguito con immensi sacrifici”. Ci sono dei distinguo tra categorie e ruoli tuttavia bisogna adeguate le iniziative ai singoli casi.
“Certo non ci sono condizioni uguali e molto dipenderà dalle singole situazioni”, osserva Turi, “il grado di sicurezza va valutato in relazione al grado di pericolo che il medico competente dovrà valutare, ma in tanti potrebbero trovarsi senza reddito, se non ci fossero situazioni di sicurezza alternativa all’interdizione dal lavoro”. C’è quindi necessità di norme stabili ed efficaci e soprattutto non discriminatorie.
“Questo provvedimento”, fa presente il segretario della Uil Scuola, “non può che avere una natura temporanea, in attesa di un intervento normativo specifico per il personale della scuola.
Nell’immediato è utile per i dirigenti scolastici e per lo stesso personale al fine di fornire una prima, se pur non completa, azione di tutela immediata.
Esiste una normativa generale sulla sicurezza dei luoghi di lavoro che va rispettata e”, afferma ancora Turi, “va a garantito il diritto costituzionale alla salute. Non si possono sciogliere in una circolare diritti democratici del lavoro. Prima che la situazione diventi ingestibile”, conclude il segretario nazionale Uil Scuola, “la ministra richieda al Consiglio dei ministri e al Parlamento una norma specifica per la scuola. Serve uno strumento giuridico ad hoc”.