Il lockdown ha fatto emergere la necessità di avere a disposizione sempre più servizi digitali, quali l’e-commerce, l’istruzione online, i servizi di medicina a distanza, il biotech (che integra nel campo della biologia applicata alle scoperte mediche e scientifiche i processi tecnologi atti a supportarle): il mondo, mai come in questi mesi, ha dialogato attraverso la tecnologia.
Ci auguriamo tutti che le misure di lockdown siano state di carattere eccezionale e circoscritte ai mesi che ci siamo lasciati alle spalle, anche se il futuro è incerto e si deciderà in base all’andamento della famosa “curva” e dell’indice “rt”. In ogni caso, hanno avuto il pregio di dimostrare quanto sia elevato il progresso raggiungibile già oggi tramite i servizi digitali e, soprattutto, in quanto poco tempo. Inoltre gli sviluppi in ambito digitale consentiranno l’utilizzo di una mole maggiore di dati capace di migliorare l’esperienza e il processo di digitalizzazione.
Negli ultimi anni sono fioriti convegni e incontri sull’agenda digitale, la crescita digitale et similaria, ma nonostante il grande interesse, a livello di servizi offerti al cittadino in Italia siamo ancora molti indietro rispetto al resto degli amici europei e americani.
L’epoca del Coronavirus ha segnato in maniera indelebile lo switch verso una grande mole di attività che orami si svolgono online, e probabilmente anche dopo la sperata fine della pandemia rimarranno tra le abitudini dei cittadini di un’importante parte del mondo.
Le aziende in grado di fornire supporto e progresso in campo digitale offrono un’importante opportunità di crescita a loro stesse e agli investitori più attenti, sempre in conformità al profilo di rischio di ogni singolo investitore che deve preventivamente valutare rischi e benefici in grado di essere assunti.
Gli italiani hanno trascorso più 70% del loro tempo su Facebook durante i mesi appena trascorsi; Netflix ha registrato 16 milioni di nuovi account nel primo trimestre del 2020; la cinese Tencent, tra i leader mondiali dei giochi online ha visto un’impennata del 31% su base annua dei ricavi.
Nonostante ci si augura che le misure di restringimento della mobilità verranno allentate nei prossimi mesi, la spinta propulsiva alla crescita di questo settore, insieme ai fondamentali, spingono verso la view di un’ulteriore espansione: oggi, solamente il 59% della popolazione mondiale ha accesso a Internet, il che induce a credere in tassi di crescita ancora esponenziali. C’è poi la curva di crescita degli users per antonomasia delle nuove tecnologie, la cosiddetta “generazione hashtag”, ovvero le persone nate in un mondo già digitale tra il 1991 e il 2005, che costituiscono circa il 34% dell’intera popolazione mondiale – che continua a crescere insieme al suo potere economico.
Sono tre le aree che hanno beneficiato maggiormente di quest’impennata di domanda di tecnologia: l’e-commerce; il 5G; la vita digitale.
L’e-commerce non ha bisogno di presentazioni. Durante il lockdown milioni di persone sono ricorse allo shopping online per i generi alimentari e molti altri beni, necessari o voluttuari, e si prevede che molte di loro rimarranno conquistate dalla comodità di acquisto e dai prezzi competitivi e continueranno a effettuare online almeno parte dei loro acquisti. PayPal, per esempio, ha registrato una media di 250.000 nuovi account al giorno nel mese di aprile.
La seconda area è il 5G, già in enorme espansione negli Stati Uniti, in Cina e in molti altri mercati sviluppati. Il 5G rende estremamente più efficiente la trasmissione dei dati, inviandoli a velocità molto superiori rispetto alle infrastrutture attuali e in quantità maggiori; contemporaneamente consuma molto meno la batteria. Lo sviluppo del 5G è fortemente interrelato all’espansione dello IoT (Internet of Things), alla cosiddetta “vita digitale”, aprendo ulteriori opportunità in ambiente domestico e cittadino: nell’ambiente domestico, si pensi alla comunicazione degli elettrodomestici rispetto a fenomeni di usura o di necessità di manutenzione, alla famosa implementazione del verde sui balconi, alla comunicazione di scadenza dei cibi attraverso impulsi che arrivano agli smartphone dei proprietari. La città digitalizzata invece, da noi ancora utopia, è quasi realtà in molte capitali del nord Europa.
Seguire la crescita di questo settore rimane un passaggio fondamentale sia da un punto di vista finanziario che da un punto di vista antropologico.