Scuole aperte si, scuole aperte no. Ecco uno dei tormentoni d’estate che sarebbe quasi uno spensierato ritornello musicale, se non fosse un tema che rischia di diventare drammatico per famiglie e studenti. L’impennata di polemiche si è avuta venerdì 17, prima con i sindacati poi con la risposta secca della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Iniziano da questa ultima replica. “La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre ed escludo nuovi lockdown”, assicura Azzolina che però non ci sta a far circolare l’idea che le scuole resteranno chiuse, “Mi attaccano ma ora vado in tv e spiego io, adesso basta, ho sbagliato a non farlo prima. Dai sindacati mi aspetto collaborazione. Noi per settembre saremo pronti, ma ognuno deve fare la propria parte. Non si può sempre dire no a tutto, ad ogni tentativo di innovazione, serve coraggio”.
Diametralmente opposte le ragioni e considerazioni dei sindacati che di sono lasciati allattavo senza mezzi termini.
“Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono”, sottolinea Francesco Sinopoli segretario Flc Cgil scuola.
“inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è.
La preoccupazione che sta nascendo è che siccome il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza”. Gli allarmi ruotano attorno alla possibilità di avere risorse aggiuntive per sistemare e predisporre scuole e aule al distanziamento sanitario. A conti fatti dicono Cgil, Cisl Uil, Snals e Gilda; le risorse per circa 1,4 miliardi di euro stanziate per la scuola per ora sono insufficienti. E, secondo i calcoli dei sindacati potrebbero arrivare a 2,4 solo se verrà stanziato l’ulteriore miliardo promesso dalla Ministra Azzolina.
Le risorse aggiuntive comporterebbero in media per ogni singolo istituto una dotazione finanziaria aggiuntiva di poco più di 300 mila euro da impegnare e suddividere tra interventi di sicurezza e di riorganizzazione delle attività didattiche, calcolano i sindacati. Così i sindacati per dimostrare che i conti hanno la testa dura, facendo di calcolo spiegano che non ci sarà possibilità con le risorse sia di base che aggiuntive portate a termine il progetto di distanziamento previsto dalle nomine di sicurezza ma nemmeno quello didattico.
Qualora con le risorse disponibili, circa 2 miliardi dunque, si intendesse incrementare la dotazione organica delle scuole, calcolano i sindacati, per garantire la suddivisone e la riorganizzazione degli alunni in gruppi tali da assicurare il necessario distanziamento, sarebbe possibile assumere poco più di 56 mila docenti e 16 mila Ata per 10 mesi, sostengono Cgil, Cisl Uil, Snals e Gilda, che con 7 docenti in più è possibile “coprire” per 30 ore settimanali e per 10 mesi 5,1 gruppi classe aggiuntivi nella primaria e 4,1 nella secondaria.