Sandulli: Necessari uffici di supporto per far crescere le Zone Economiche Speciali.
Le proposte del presidente della Camera di Commercio ItalAfrica e del docente di diritto processuale civile al webinar promosso da “Sud Polo Magnetico”: la governance affidata alla Presidenza del Consiglio.
Al webinar hanno partecipato anche Pietro Spirito, Donato Toma, Shuai Gao e Sergio Prete.
“Le imprese non chiedono solo aiuti economici ma soprattutto una semplificazione delle procedure normative che possa facilitare gli investimenti nel nostro Paese e l’apertura di nuove opportunità di business per le aziende italiane. E’ necessaria urgentemente una modifica alla legge sulle Zone Economiche Speciali che riesca a dare risposte concrete in termini di sburocratizzazione, creando le condizioni ottimali di investimento attraverso progetti innovativi”. Questo l’annuncio di Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica, nel corso del webinar promosso da ‘Sud Polo Magnetico’.
“Un ruolo centrale è riconosciuto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla quale le regioni dovranno presentare le domande per la istituzione delle ZES. La proposta di modifica – ha aggiunto Cestari – intende rafforzare il ruolo strategico di queste aree eliminando la previsione di una ‘governance territoriale’ delle ZES (Comitati di Indirizzo) le quali sono solo una duplicazione amministrativa di attività che potrebbero essere svolte in modo più unitario ed uniforme attraverso un Dipartimento ‘ad hoc’, con modalità di azione e gestione analoghe a quello della Protezione Civile con personale altamente specializzato in tema di sviluppo territoriale, internazionalizzazione delle imprese, gestione e finanza d’impresa”.
“Per superare la crisi economica scaturita dall’emergenza Covid c’è bisogno di infondere ottimismo agli imprenditori e ai professionisti – ha proseguito il numero uno della Camera di Commercio ItalAfrica – affinché acquistino fiducia per continuare a investire. Per fare questo servono figure professionali che siano in grado di accompagnarli in questo percorso per il superamento delle pastoie burocratiche e occorrono tempi certi. Grazie alla nostra esperienza maturata sul campo offriamo al Legislatore il nostro contributo per rendere le Zes un vero volano per l’economia e l’occupazione in Italia”.
La necessità di sburocratizzare è stata sottolineata anche dal professor Piero Sandulli, ordinario di Diritto Processuale Civile dell’Università di Teramo: “Se davvero vogliamo far decollare le Zes dobbiamo avere norme in grado di essere facilmente intese e applicate. Cosa che in Italia capita di rado. Esiste un serio problema di semplificazione che il Legislatore continua a ignorare. Il risultato è l’incapacità di sfruttare a dovere i fondi europei, la perdita continua di opportunità di crescita economica e un mancato bilanciamento tra sede nazionale e sedi locali delle Zes stesse. Accanto a questo è indispensabile, per captare nuovi mercati, dotarsi di strutture adeguate per uscire da crisi economica, attraverso la realizzazione di opere pubbliche che creino infrastrutture per rendere appetibile il Meridione come luogo di business”.
Un esempio di corretto sviluppo delle Zes è stato portato da Shuai Gao, presidente dell’Associazione per lo sviluppo economico e culturale internazionale: “Quando parliamo di Zes è indispensabile individuare le funzioni operative concrete non limitate a singole aree regionali. Occorre una visione più ampia, come in accade in Cina. E’ necessario ipotizzare l’Italia come un grande hub che apre le porte agli investitori del Mediterraneo, dell’Africa e del Medio Oriente. Ci sono già una serie di imprenditori cinesi pronti ad investire nelle Zes del Mezzogiorno qualora ci fossero finalmente le condizioni idonee”.
Importante il contributo offerto dal Presidente della Regione Molise, Donato Toma, su come il Sud si stia attrezzando per valorizzare le Zes: “Puglia e Molise, che fanno parte della Zes adriatica, sono pronte ad attivarsi e a scendere in campo con un gruppo di lavoro apposito che sostenga gli imprenditori che intendono investire al Sud. Siamo pronti e operativi con uno sportello unico amministrativo che offre pacchetti delle opportunità di investimento che prevedono l’accompagnamento della nostra struttura per aiutare imprenditori a orientarsi nelle pastoie burocratiche. A questo proposito, condivido a pieno la richiesta di semplificazione che si leva dalle aziende e dai professionisti”.
Il ruolo dell’Italia nello scacchiere del Mediterraneo è stato sottolineato anche da Pietro Spirito, presidente dell’Autorità Portuale di Napoli che ha lanciato l’allarme: “Dobbiamo comprendere che è indispensabile ragionare in termini di politiche economiche che favoriscano investimenti in Italia. Non basta la fiscalità di vantaggio. Serve un piano strategico di sviluppo e di governo dei processi. E’ chiaro che per attirare investimenti ci devono essere tempi certi per poter dare impulso alla ripresa degli investimenti e ai nuovi insediamenti. Le Zes sono state regolate da tre Dpcm che hanno ingessato molto la normativa. Istituzioni e imprese rischiano di rimanere schiacciate”.
Sulla stessa linea il suo omologo Sergio Prete, numero uno dell’Autorità Portuale di Taranto: “La competitività dei porti deve essere messa a sistema e sulla scorta delle criticità serve un intervento normativo per far sì che le Zes soddisfino l’interesse nazionale e quello dei porti del Sud che devono ampliare i traffici di riferimento. Bisogna puntare allo sviluppo delle zone logistiche semplificate che fanno la differenza nel Sud e sono strategici per migliorare l’accessibilità ai nuovi mercati”.