Da due mesi 36 miliardi di euro sono a disposizione dell’Italia per affrontare spese urgenti, dirette o indirette, per l’emergenza COVID. E da due mesi un fumo di ignoranza, malafede, demagogia impedisce all’Italia di accedere a quel finanziamento.
Una follia.
Gli argomenti ostili sono stati creati uno alla volta mano a mano che quelli precedenti venivano smontati. Prima si diceva che l’Italia non ne aveva bisogno. Già, con 2.500 miliardi di debiti siamo ricchi…quindi possiamo farne a meno…Capito che questo argomento non reggeva si sono inventati la tesi che, trattandosi di un prestito, ci sarebbe costato molto. Evidentemente la matematica non è dalla parte di questi politici. I 36 miliardi, se restituiti in 7 anni, hanno un tasso negativo, cioè dovremo restituire meno di quello che ci hanno prestato. Se li rimborsiamo in 10 anni il tasso è due volte più basso di quello che oggi paghiamo per i titoli di Stato equivalenti e quindi l’Italia risparmierà 5 miliardi.
Tolta di mezzo anche questa sciocchezza i “difensori dell’orgoglio patrio” si sono improvvisati analisti finanziari e hanno sentenziato: se accediamo a quel prestito penseranno che siamo pieni di debiti e in difficoltà e lo spread salirà. Cipro, che non è la Germania, ha chiesto quei soldi messi a disposizione dal MES e il suo spread è sceso. Come la mettiamo? I mercati sanno benissimo come sta l’Italia e il fatto che si prenda 36 miliardi tassi negativi o agevolatissimi significa che quei 36 miliardi non andranno a gravare sulla montagna del debito già accumulato. Buttato nel cestino anche questo pseudo-argomento i nemici del MES si sono affrettati ad arrampicarsi sugli specchi obiettando: se questo prestito è così conveniente perché lo prende solo Cipro e non anche Grecia, Portogallo, Spagna etc.? Piccolo particolare: questi Paesi pagano, per i loro titoli pubblici, interessi moto più bassi di quelli che paghiamo noi e quindi non hanno un grande incentivo a ricorrere al prestito.
Ma, come il famoso colonnello Buttiglione della trasmissione anni 70 Alto Gradimento di Arbore Boncompagni, ci sono dei politici – corredati da economisti non candidati al Nobel, che non si arrendono mai, neanche di fronte all’evidenza. E così è spuntato l’argomento considerato definitivo: il prestito è un mezzo subdolo per fare entrare l’Italia nella vigilanza della famigerata Troika, che tanti lutti addusse ai Greci. A questa obiezione hanno risposto praticamente tutti quelli che dovrebbero poi attivare la Troika, o vigilanza rafforzata e condizionata: hanno spiegato e anche scritto ufficialmente che non è previsto nulla di tutto questo. Ma i nostri “patrioti” ostili al prestito ancora urlano nelle piazze che c’è il trucco e che, non essendo stato cambiato il Trattato istitutivo del Mes, dichiarazioni e lettere dei vertici europei sono carta straccia.
Come dire che 27 capi di Stato e di governo con il presidente del Consiglio europeo, 18 ministri delle finanze dell’Eurogruppo con il loro presidente, l’intera Commissione europea con la sua Presidentessa, il Direttore generale e il segretario generale del MES mentono sapendo di mentire quando dicono e scrivono che l’unica condizione è che i soldi prestati siano spesi per la sanità e che la Commissione europea non attiverà nessuna delle procedure previste dall’articolo 14 del Trattato del MES poiché questa è una linea di finanziamento speciale finalizzata non a salvare uno Stato dal default ma semplicemente a far fronte a spese straordinarie dovute al COVID, una tantum.
Niente da fare per i nostri “patrioti ” sono tutti una manica di burloni, bugiardi patentati, che stanno prendendo in giro l’Italia, invogliandola a farsi dare 36 miliardi per poi essere obbligata a tagliare stipendi, pensioni, spesa pubblica etc.… come successe in Grecia.
Che dire? Che in Europa ci guardano come se fossimo dei matti. Gli argomenti usati dai nemici del prestito sono ridicoli, infondati, offensivi e il nostro Governo, che da due mesi non decide, fa la figura di chi si fa spaventare da gente che usa quel genere di argomenti senza valore. E corriamo pure il rischio che quando chiederemo fra una settimana, 170 miliardi al fondo per la ricostruzione ci rispondano: ve ne diamo di meno, visto che non ne avete tanto bisogno, altrimenti vi sareste presi quelli del MES.
A questo punto c’è una sola soluzione ed è di tipo “nominalistico”. Siccome l’uso della ragione ha lasciato il posto al trionfo dei nomi, cambiano il nome. Conte smetta di usare il termine MES, sigla famigerata che evoca sciagure bibliche e lo chiami per quello che è: Prestito vantaggioso per la spesa sanitaria. Ogni volta che i suoi critici diranno che si tratta del MES dovrà dire che non è così perché non c’è nessuno Stato da salvare ma solo la sanità da potenziare con un prestito senza condizioni e che o in 7 anni restituiamo meno di quel che ci hanno dato o in 10 anni rimborsiamo tutto risparmiando 5 miliardi di interessi. In somma non chiamatelo più MES e vedrete che non spaventerà più… Si fa così con i bambini no?
Parafrasando Wittegenstein dovremmo suggerire a quelli che straparlano di MES: “di ciò di cui non si “sa” parlare, si deve tacere”.
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