Il direttore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, ha detto che qualcosa non starebbe funzionando. Se è vero che i numeri dell’epidemia ora sono bassi, secondo il virologo c’è un elemento che deve far molto preoccupare ovvero i nuovi casi che non diminuiscono da settimane e aggiunge: “Non possiamo aspettarci che Sars-Cov-2 sparisca come la Sars, nel giro di un’estate, perché ci sono milioni di contagiati in tutti e cinque i continenti. È soltanto diventato meno probabile infettarsi in Italia in questo preciso momento ed è un effetto positivo del lockdown, delle mascherine e della distanza. In più, siamo fortunati che il virus pare sensibile alle condizioni climatiche, altrimenti eravamo rovinati. Ma ciò che ci sta salvando ora, non ci salverà in autunno-inverno”. Insomma, aspettiamoci il peggio. Previsioni però che non convincono il virologo Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin e miglior virologo dell’anno 2018 intervistato da Lo Speciale.
Crisanti dice che dobbiamo prepararci al peggio perché in autunno una seconda ondata di Covid è da considerarsi scontata. È d’accordo con il suo collega?
“Mi sembrano dichiarazioni alquanto azzardate. Noi non ci troviamo di fronte ad un virus influenzale e quindi destinato ad un ritorno di fiamma, ma ad un coronavirus che ha dimostrato di scomparire dalla zona in cui si è manifestato e dove difficilmente potrà rientrare. C’è infatti un’immunità cellulare che viene a formarsi. Basti pensare che le persone colpite dalla prima Sars sono risultate immuni anche dal Covid 19. Quindi non capisco i miei colleghi che si ostinano a voler dare per scontata una seconda ondata sulla base di un ragionamento logico, quando è proprio la logica a smentire questa tesi”.
Quindi lei è sulla stessa linea di Alberto Zangrillo secondo il quale parlare di seconda ondata non avrebbe senso alla luce dei numeri attuali?
“Sono assolutamente d’accordo con lui. Zangrillo non è affatto uno sprovveduto, come primario della medicina di urgenza sa bene di cosa parla, anche se da qualche tempo tutti quelli che non ragionano in una certa maniera vengono fatti passare per incompetenti”.
Come spiega però fenomeni come quello di Mondragone, ovvero la formazione di questi focolai epidemici che arrivano a contagiare un numero comunque alto di soggetti?
“Ma questo è normale, è ciò che è accaduto a Wuhan. Nel momento in cui ci sono persone che per ragioni varie stanno a stretto contatto le une con le altre, è evidente che questo possa aumentare anche il rischio di focolai epidemici. Peggio ancora se poi queste persone sono straniere e si sono spostate da una parte all’altra, sono state nei loro Paesi e sono rientrate. Ma in certi casi l’importante è individuare i focolai ed isolarli. Stiamo parlando di una cosa logica, è ovvio che se più persone stanno insieme in luoghi chiusi e circoscritti, il contagio si diffonde con più facilità. Tutte le epidemie sono così. Importante agire sulla base di due denominatori. Da una parte l’isolamento del paziente infetto e dall’altra la quarantena per le persone che sono state a contatto con lui”.
Però lei capisce bene che in autunno, quando si tornerà a stare al chiuso, effettivamente il problema si pone, o no?
“C’è un fatto da considerare, ovvero il particolare che buona parte della popolazione oggi è immune al virus. Ad ogni modo sappiamo come agire sia nel caso di forme lievi che più potenti. Ci troviamo di fronte ad un problema che conosciamo e che comunque non ci trova impreparati come avvenuto a febbraio”.
Lo scorso weekend i telegiornali hanno mostrato le immagini della gente sulle spiegge, in molti casi ammassate in acqua, sui bagnasciuga e senza mascherine. Quanto sono rischiosi certi comportamenti?
“Non dimentichiamo che siamo in estate, è arrivato il caldo che è il miglior alleato contro i virus che vengono distrutti nel giro di sei o sette minuti. Quindi lasciamo vivere la gente tranquilla, facciamo godere le vacanze alle persone senza stare sempre con le telecamere puntate a vedere chi indossa la mascherina e chi no, o chi rispetta o meno le distanze. Anzi, anche se so di attirarmi delle critiche considero esagerate le normative che sono state introdotte sulle spiagge. Dirò di più, sono inutili, sia le distanze che le mascherine, perché con il caldo il Covid non c’è più. Le risulta una ripresa dei contagi a seguito degli assembramenti seguiti ai festeggiamenti della Coppa Italia?No, semplicemente perché il virus ha smesso di circolare”.
Perché allora negli Stati Uniti, in Messico e altrove invece i contagi aumentano in modo esponenziale?
“Perché in quelle zone l’epidemia è partita in ritardo rispetto a noi. Gli Usa sono composti da cinquanta Stati, ognuno con una diversa latitudine. Poi cambiano anche le stagioni, da noi è piena estate e questo fa la differenza”.
A settembre si discute su come far ripartire le scuole. Servono misure specifiche?
“Ma non scherziamo, vogliamo davvero torturare gli studenti con le mascherine e il plexiglass? Smettiamola con il catastrofismo e lasciamo vivere in pace la gente. Questa continua tensione psicologica fa male alla salute, peggio del coronavirus”.
Professore, ma perché tanti suoi colleghi non la pensano come lei e invece insistono nel dire che ci dobbiamo preparare a nuove ondate?
“È quello che vorrei sapere anch’io sinceramente. Purtroppo qui siamo circondati da tuttologi che pretendono di sapere tutto di tutti. Basterebbe non ascoltarli”.
(Lo_Speciale)