Tregua armata tra sindacati e ministero dell’istruzione. Dopo le manifestazioni e il cambio di rotta del governo per la Flc-Cgil c’è ancora molto da fare anche se i segnali positivi vengono apprezzati.
“Finalmente e con gravissimo ritardo la Ministra Azzolina e il Governo sembrano aver cominciato a comprendere quel che stiamo predicando da mesi”, ricorda la federazione dei lavoratori della conoscenza, “la scuola, per ripartire, ha bisogno di investimenti, di risorse nuove per garantire spazi, organico, tempo scuola e scongiurare il ricorso alla didattica a distanza. Alla necessità di investimenti d’altronde, hanno sempre fatto riferimento in questi mesi segnati dall’emergenza sanitaria, le regioni, i comuni, il Comitato tecnico scientifico e la stessa task force ministeriale”.
L’ulteriore miliardo di euro che il governo ha intenzione di stanziare è dunque un passo in avanti. Non possiamo fare a meno di sottolineare che la richiesta di fondi dedicati all’istruzione è stata una costante della nostra azione andata via via intensificandosi nei giorni dell’emergenza sanitaria fino ad arrivare alla proclamazione dello sciopero dell’8 giugno e alla mobilitazione di ieri che ci ha visto in piazza in tutta Italia con genitori, studenti e società civile”. Le risorse messe a disposizione secondo il sindacato serviranno per far fare un salto di qualità alla scuola pubblica che in questi anni, al pari della sanità, ha avuto riforme fatte a metà che per lo più si sono tradotte in tagli di strutture e di personale.
“Questo miliardo è importante, e riteniamo debba essere completamente investito in organici e infrastrutture”, sottolinea la Flc-Cgil, “Dobbiamo avere tuttavia il senso delle proporzioni: è un passo nella giusta direzione ma non basta. La scuola non deve fermarsi al contrasto dell’emergenza determinata dal Coronavirus; deve uscire dall’emergenza in cui è stata precipitata dai tagli al tempo scuola, all’organico, alla didattica iniziata con i governi del 2008 e proseguita fino ai nostri giorni”. Per il sindacato la necessità di intervenire è urgente non più rinviabile. “Occorre un investimento pluriennale di un punto di Prodotto interno lordo che eguagli quello della media dei Paesi OCSE”, sottolinea la Federazione. Naturalmente gli appelli, le prese di posizione, le richieste sono tutte legate a riprogettare le iniziative, ma avverte il sindacato che non siano le solite inutili parole.
“Senza scuola non c’è futuro, ripetono tutti, ma senza i passi concreti che stiamo indicando e che abbiamo riportato nel documento consegnato alla Ministra Azzolina nell’incontro del 24 giugno quelle parole sono destinate a rimanere pura propaganda”, fanno presente i delegati della Flc-Cgil, “Serve ora proseguire con le mobilitazioni per arrivare ad un grande movimento nazionale che guardi oltre l’emergenza e cambi definitivamente il segno delle politiche di questi lunghi anni su istruzione e ricerca pubbliche”.