lunedì, 18 Novembre, 2024
Economia

WhatsApp Pay nuova sfida a banche e finanza

Seppur immerso in un mondo fantascientifico, quando George Orwell scrisse “1984” non poteva di certo immaginare che la sua narrazione si sarebbe trasformata in realtà, con l’avvento di giganti cibernetici capaci di penetrare nella vita di tutti gli abitanti della terra e gestirne anche le più elementari necessità quotidiane.

E se all’inizio tali moderni protagonisti si limitavano a fare ciò per cui erano nati (Amazon a commercializzare prodotti sul web, Google ad aiutare i navigatori ad orientarsi all’interno di Internet, Facebook ad entrare in collegamento con gli amici lontani ecc…) oggi assistiamo ad una ulteriore evoluzione del tradizionale – quanto dirompente – business model.

Un esempio dell’attivismo dei big di Internet è rappresentato dal percorso intrapreso dalle maggiori tech companies nel mondo della finanza, cosa che sta portando i grandi player a diventare veri e propri protagonisti del mondo del credito, con buona pace delle banche tradizionali, diventate ormai stanchi maratoneti innanzi agli inafferrabili corridori online.

Ha iniziato Amazon che, all’inizio del 2018, ha inaugurato “Lending”, un servizio dedicato ai prestiti alle aziende che vendono i propri prodotti sul popolare sito di e-commerce. Una vera e propria banca ma con i vantaggi dell’hi-tech: istruttoria della pratica in 24 ore, tassi di interesse dal 6 al 17%, erogazione della somma in tempo reale per un potenziale bacino di 5 milioni di imprese.

Ma Amazon non è un caso isolato, sintomo di una certa vivacità nel mondo del credito digitale. L’intero mondo dei pagamenti elettronici è in gran fermento, ambito, questo, in forte sviluppo e tornato in auge durante il lockdown.

Analogamente ad Apple (che già conta circa 150 milioni di utenti) e a Samsung, anche Google cavalca l’onda del fintech lanciando Google Pay, un borsellino elettronico attraverso il quale è possibile effettuare un pagamento avvicinando semplicemente il proprio smartphone al lettore POS di qualsiasi esercente. Niente più carte di credito, bancomat e denaro contante, strumenti di pagamento relegati ormai in soffitta.
Last but not least, in questi giorni anche la celebre applicazione di messaggistica WhatsApp ha annunciato l’avvio della sperimentazione in Brasile riguardante i pagamenti elettronici. Se l’esperimento avrà successo, presto tutti gli utenti della celebre iconcina verde potranno inviare e ricevere denaro direttamente in chat, relegando nel dimenticatoio bonifici e bollettini di conto corrente.

L’ipotesi allo studio alla quale stanno lavorando gli ingegneri di Mark Zuckerberg (Facebook ha acquistato WhatsApp nel 2014 per la cifra monstre di per 19 miliardi di dollari) è quella di una doppia funzionalità del servizio di pagamento: una riservata ai privati (gratuita), per lo scambio di piccole somme di denaro, mentre un’altra sarà rivolta alle aziende (a pagamento) che potranno commercializzare i loro prodotti sul web bypassando così i circuiti delle carte di credito.

Una vera rivoluzione, dunque, considerando che nel mondo gli utenti WhatsApp ammontano a circa 2,7 miliardi di persone. Grande attenzione sarà dedicata alla sicurezza delle transazioni: per autorizzare ogni pagamento il sistema richiederà una super “rinforzata” di sei caratteri o, in alternativa, la propria impronta digitale o il riconoscimento facciale.

Qualche giorno fa è stato lo stesso giovane manager di Facebook ad annunciare l’avvio del rivoluzionario esperimento di WhatsApp Pay: «Il Brasile è il primo Paese in cui stiamo estendendo ampiamente i pagamenti via WhatsApp. Ne arriveranno presto altri!». Insomma, il guanto di sfida a banche e intermediari finanziari è stato lanciato: adesso tocca alle tradizionali filiere del credito raccoglierlo e iniziare un duello all’ultima App per sopravvivere alla modernità.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Inflazione o deflazione al tempo del Covid

Diletta Gurioli

Digital Banking: le banche accelerano su digitalizzazione e sicurezza

Federico Tremarco

Un vaccino chiamato “nuovo umanesimo”

Giampiero Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.