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Istat: “L’Intelligenza Artificiale raddoppia nelle imprese, ora coinvolge le grandi aziende”

Nel 2025 una società su sei utilizza sistemi di IA, con applicazioni concentrate in marketing, processi amministrativi e innovazione. Calderone istituisce l’Osservatorio sul lavoro per governare l’impatto su competenze, occupazione e diritti
martedì, 16 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

L’Intelligenza Artificiale diventa leader e accelera la sua presenza nel sistema produttivo italiano. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, nel 2025 il 16,4% delle imprese con almeno dieci addetti ha utilizzato almeno una tecnologia di IA, un valore più che raddoppiato rispetto all’8,2% del 2024 e in forte crescita anche rispetto al 5% del 2023.

L’aumento è stato trainato soprattutto dalle grandi imprese, oltre la metà delle quali ha ormai integrato soluzioni di intelligenza artificiale nei propri processi. L’adozione non è stata uniforme e ha riguardato in modo prevalente alcuni ambiti aziendali. Le applicazioni più frequenti si sono concentrate nel marketing e nelle vendite, che hanno coinvolto il 33,1% delle imprese che utilizzano l’IA, nell’organizzazione dei processi amministrativi (25,7%) e nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione (20%). Si tratta anche delle aree che hanno registrato gli incrementi più consistenti nell’ultimo anno.

Accanto alla crescita dell’IA, è proseguito anche il rafforzamento della digitalizzazione complessiva. L’utilizzo di software gestionali raggiunge nel 2025 il 56% delle imprese con almeno dieci addetti, con un aumento di circa sette punti percentuali rispetto al 2023. È salito al 68,1% la quota di aziende che hanno acquistato servizi di cloud computing di livello intermedio o avanzato. Anche l’analisi dei dati ha mostrato un’evoluzione rilevante: nell’ultimo biennio le imprese che hanno svolto attività di data analysis, con personale interno o con il supporto di soggetti esterni, sono passate dal 26,6% al 42,7%.

Criticità e Osservatorio

Restano però criticità che frenano una diffusione più ampia dell’Antelligenza Artificiale. Quasi il 60% delle imprese che hanno valutato investimenti in IA, ma non li hanno realizzati,indica la mancanza di competenze adeguate come principale ostacolo. A questo si aggiungono incertezze normative, difficoltà legate alla qualità dei dati e preoccupazioni su privacy e costi. In questo contesto si inserisce l’iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha istituito l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro. La nascita dell’organismo è prevista da un decreto ministeriale attuativo della legge che recepisce l’AI Act europeo e rappresenta la prima cabina di regia pubblico-sociale dedicata a monitorare l’impatto dell’IA su occupazione, competenze, diritti e condizioni di lavoro.

Abbiamo scelto di costruire l’Osservatorio come un luogo stabile di confronto tra istituzioni, parti sociali ed esperti per governare il cambiamento e supportare le decisioni pubbliche”, le parole della Ministra Marina Calderone. “Non vogliamo che siano gli algoritmi a decidere il destino delle persone: le decisioni sul lavoro devono restare umane, responsabili e verificabili”.

Strategia nazionale

Presieduto dal Ministro, l’Osservatorio riunirà autorità pubbliche, rappresentanti delle parti sociali ed esperti e sarà articolato in un Comitato di indirizzo, una Commissione etica, una Consulta delle parti sociali e quattro comitati tecnico-scientifici tematici. Tra le funzioni previste figurano la definizione della strategia nazionale sull’IA nel lavoro, il monitoraggio degli effetti su produttività e occupazione, l’individuazione dei settori più esposti e l’aggiornamento delle Linee guida nazionali.

La Commissione etica sarà guidata da Padre Paolo Benanti, professore alla Luiss e Presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione presso la Presidenza del Consiglio. “L’etica non è un freno all’innovazione, ma una bussola per orientare la trasformazione digitale verso il bene comune”, ha spiegato Benanti che ha voluto anche sottolineare che l’obiettivo è garantire che l’efficienza degli algoritmi non prevalga sulla dignità della persona.

L’avvio operativo dell’Osservatorio è previsto per l’inizio del 2026, con la nomina di tutti i componenti e la pubblicazione dei primi documenti di analisi. Una risposta istituzionale a una trasformazione che, come mostrano i dati Istat, sta già incidendo in modo crescente sull’organizzazione delle imprese e sul futuro del lavoro.

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