La guerra in Ucraina entra in una nuova fase di logoramento, con l’escalation militare che corre in parallelo a trattative opache e piani di pace concorrenti, mentre tra Stati Uniti ed Europa si apre un braccio di ferro sul dopoguerra e sull’uso degli asset russi congelati. Secondo fonti ucraine, nella notte Kiev ha lanciato il piu grande attacco con droni e missili dall’inizio dell’invasione, colpendo raffinerie, aeroporti militari e infrastrutture energetiche su un fronte di circa duemila chilometri. I servizi di sicurezza rivendicano anche un raid contro la piattaforma petrolifera Filanovsky nel Mar Caspio, che avrebbe fermato la produzione di oltre venti pozzi, e un attacco contro la petroliera russa Dashan, parte della flotta ombra del greggio, ora presumibilmente fuori uso. Mosca replica con i propri numeri. Il ministero della Difesa afferma di avere abbattuto 287 droni ucraini, di cui trentadue diretti verso la capitale, mentre il sindaco Sergej Sobjanin parla di forti disagi negli aeroporti con molti voli cancellati, ritardati o dirottati. La Russia continua a colpire il sistema energetico ucraino con nuovi attacchi contro gli impianti di Kremenchuk nella regione di Poltava, dove le autorità locali denunciano incendi ma non vittime. Il Cremlino sostiene che l’inerzia del conflitto resti a vantaggio di Mosca. Vladimir Putin afferma che “l’iniziativa strategica è completamente nelle mani delle forze armate russe” e che l’avanzata nelle regioni occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson procede a un “ritmo sostenuto”, mentre il portavoce Dmitrij Peskov annuncia la conquista di Siversk, nel Donetsk orientale, “sotto pieno controllo” russo. A Kiev la narrazione è opposta. Volodymyr Zelensky accusa Washington di spingere per un ritiro dell’esercito ucraino dal Donbass senza pretendere un analogo passo dalle truppe russe e chiarisce che ogni eventuale compromesso sui territori occupati dovrà essere deciso dagli ucraini tramite elezioni o referendum. In cima al dossier restano la sorte della regione di Donetsk e il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che continuano a essere oggetto del confronto con gli Stati Uniti.
Piano di pace
Fonti di Kiev confermano che l’Ucraina ha trasmesso a Washington una versione aggiornata del proprio piano di pace, piu allineata alle esigenze ucraine rispetto alla proposta americana giudicata troppo vicina alle posizioni del Cremlino. Zelensky ha discusso con il Parlamento la possibilità di elezioni sotto legge marziale, ricordando che sulle condizioni di sicurezza il ruolo decisivo spetta agli alleati, soprattutto agli Stati Uniti, mentre gli aspetti politici e giuridici restano di competenza ucraina. La Camera dei Rappresentanti ha approvato un bilancio della Difesa da novecento miliardi di dollari per il 2026 che ostacola i propositi di Donald Trump di ridurre la presenza militare statunitense in Europa e rinnova per due anni il fondo per il sostegno militare a Kiev. Lo stesso Trump ha però dichiarato che gli Stati Uniti “non vogliono perdere il loro tempo con l’Ucraina” e, secondo ricostruzioni di stampa, la Casa Bianca spinge un piano che lega la ricostruzione del paese al graduale reinserimento della Russia nell’economia globale, attraverso la gestione da parte di grandi gruppi finanziari degli asset russi congelati.
Scontro Usa-Ue
Qui esplode la frizione con l’Unione europea. Secondo il Wall Street Journal, Washington vorrebbe usare circa duecento miliardi di beni russi bloccati per un maxi fondo destinato alla ricostruzione ucraina e a investimenti in settori strategici russi, dalle terre rare al petrolio artico. Molte capitali europee temono che questo schema offra a Mosca una pausa per riorganizzare la propria economia e preferiscono impiegare subito gli asset congelati per finanziare gli aiuti militari a Kiev e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. A Bruxelles gli ambasciatori dei Ventisette hanno compiuto un passo ulteriore. La presidenza danese ha annunciato che il Coreper ha concordato una versione rivista della proposta basata sull’articolo 122 dei Trattati e ha avviato una procedura scritta per una decisione formale del Consiglio, con l’obiettivo di rendere a tempo indeterminato le sanzioni che immobilizzano gli asset russi e permettere di decidere a maggioranza qualificata aggirando i governi piu riluttanti.
Diplomazia e controcanto di Mosca
Sul dossier politico si muovono anche le cancellerie europee. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha reso noto di avere inviato a Trump, insieme a Emmanuel Macron e Keir Starmer, un documento che delineerebbe possibili concessioni territoriali accettabili da Kiev e ha ribadito che la decisione finale sui confini spetta al presidente ucraino e al suo popolo. Secondo Merz già nel fine settimana potrebbero svolgersi colloqui con l’amministrazione statunitense e all’inizio della prossima settimana si valuta un incontro a Berlino, mentre Axios segnala per sabato una riunione a Parigi tra delegazioni di Ucraina, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito. Da Mosca Sergej Lavrov alza i toni. Il ministro degli Esteri sostiene che le perdite delle forze ucraine abbiano superato il milione di uomini e afferma che negli ultimi mesi la Russia avrebbe restituito a Kiev piu di undicimila salme ricevendone appena duecentouno in cambio. Definisce l’Europa “di scarsa utilità” nei negoziati e avverte che eventuali contingenti europei in Ucraina con mandato di peace keeper verrebbero considerati obiettivi militari legittimi. Mosca assicura di non avere intenzione di attaccare Nato o Unione europea e dice di essere pronta a mettere per iscritto garanzie di non aggressione, ma aggiunge che se l’Europa decidesse di combattere la Russia è “pronta adesso”.



