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Attacco all’ospedale di Mrauk‑U: il Myanmar precipita in una nuova spirale di violenza

giovedì, 11 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Il bilancio è destinato a crescere, ma già ora l’attacco aereo che ha colpito l’ospedale generale di Mrauk‑U, nello stato occidentale di Rakhine, segna uno dei momenti più bui della guerra civile in Myanmar. Almeno 31 persone sono morte e altre 68 sono rimaste ferite, secondo quanto riferito dagli operatori umanitari presenti sul posto. Un bombardamento che ha colpito un’area teoricamente protetta dal diritto internazionale, trasformando un presidio sanitario in un luogo di devastazione. L’episodio arriva mentre la giunta militare intensifica le operazioni in vista delle elezioni fissate per il 28 dicembre, un voto che il regime presenta come un passo verso la stabilità ma che, nei fatti, si inserisce in un contesto di crescente repressione. Dal colpo di stato del 2021, che ha interrotto un decennio di fragile apertura democratica, gli attacchi aerei sono aumentati di anno in anno, diventando uno strumento centrale della strategia militare contro gruppi ribelli e comunità percepite come ostili. Le forze di opposizione hanno già annunciato che impediranno lo svolgimento delle elezioni nelle aree sotto il loro controllo, alimentando un clima di tensione che la giunta tenta di soffocare con la forza. Solo una settimana fa, un altro raid aveva colpito una sala da tè nella regione di Sagaing, uccidendo almeno 18 civili. Episodi che confermano come il conflitto, inizialmente circoscritto alle zone più attive della resistenza armata, si stia ormai estendendo a tutto il Paese. Dopo la brutale repressione delle proteste pacifiche del 2021, ampie fasce della popolazione hanno scelto la via della resistenza armata. Oggi vaste regioni del Myanmar sfuggono al controllo centrale, mentre la giunta risponde con una forza sempre più indiscriminata. L’attacco di Mrauk‑U, con il suo carico di vittime in un luogo simbolo di cura e protezione, diventa così il tragico emblema di un conflitto che continua a divorare vite civili e a erodere ogni prospettiva di ritorno alla normalità.

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