La notizia era nell’aria già da qualche tempo. Ma da ieri è diventata ufficiale: la cucina italiana è entrata ieri nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’iscrizione è stata approvata a New Delhi dal Comitato intergovernativo, che ha accolto la candidatura senza obiezioni da parte dei 24 Paesi votanti. Al Masaf il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha seguito la decisione in collegamento dall’India, insieme al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e a un gruppo di studenti provenienti da istituti alberghieri e agrari. La proclamazione è stata accolta da applausi e bandiere tricolori.
In un videomessaggio il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la cucina italiana “un primato che ci inorgoglisce” e “uno strumento formidabile” per valorizzare i prodotti nazionali e contrastare imitazioni e concorrenza sleale: “La nostra cucina nasce da filiere agricole che coniugano qualità e sostenibilità. Si fonda sul lavoro dei produttori, sulla competenza dei cuochi e sull’impegno dei ristoratori. Questo riconoscimento darà impulso al Sistema Italia e potrà rafforzare un export agroalimentare che oggi vale 70 miliardi di euro”.
“Gioco di squadra”
Da New Delhi il Vicepremier Antonio Tajani ha parlato di “risultato frutto di un gioco di squadra” che ha coinvolto istituzioni, associazioni, chef e produttori. Lollobrigida ha ricordato che il percorso è durato due anni e che l’esito avrà effetti misurabili: “L’iscrizione porta benefici economici, crea lavoro e favorisce il turismo. Offre anche una maggiore protezione contro l’Italian Sounding. Se prima era nostro compito difendere la cucina italiana, oggi è un impegno dell’intera comunità internazionale”. L’inserimento nella Lista Unesco, sostenuto dal Collegio culinario, da Casa Artusi, dall’Accademia della cucina italiana e dalla rivista ‘La cucina Italiana’, riconosce la cucina italiana come sistema culturale basato su pratiche, saperi, prodotti e relazioni sociali. Nel 2024 l’export agroalimentare ha raggiunto 68 miliardi di euro (+8%), mentre nei primi otto mesi del 2025 ha registrato un ulteriore aumento del 6%.

A Roma le celebrazioni sono proseguite ieri con l’illuminazione speciale del Colosseo e con una serata all’Auditorium Parco della Musica, organizzata in collaborazione con Enel. L’ingresso degli ospiti è stato accompagnato da una coreografia di Giuliano Peparini, ispirata ai mestieri e alle tradizioni gastronomiche italiane. In programma anche mostre dedicate ai prodotti Dop e Igp, al ‘Pranzo della domenica’ e alla nave scuola Amerigo Vespucci. In Sala Santa Cecilia, un testo recitato da Claudia Gerini ha aperto l’evento, seguito dall’esibizione dei cori Antoniano e Caivano con Al Bano, che ha interpretato ‘Vai Italia’, brano simbolo della candidatura.
Patrimonio valorizzato
Il riconoscimento Unesco è stato salutato con favore anche dal mondo produttivo. Ismea ha sottolineato come la decisione “valorizzi un patrimonio vivo fatto di saperi, tradizioni e filiere”. Nel 2024 la ristorazione italiana nel mondo ha raggiunto un valore di 251 miliardi di euro, confermando la solidità del settore. “È un traguardo che riguarda tutti”, le parole del Presidente Livio Proietti e il Direttore generale Sergio Marchi, “e richiama alla responsabilità di tutelare la qualità, rafforzare le filiere e trasmettere alle nuove generazioni questo patrimonio”. Sui social il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha definito la notizia come “un motivo di orgoglio” e ha invitato a lavorare per proteggere il comparto dalle tensioni geopolitiche e dall’impatto dei dazi.
Per Lollobrigida la giornata ha segnato l’arrivo a un obiettivo atteso a lungo: “Erano anni che scuole e produttori chiedevano questo passo. Abbiamo viaggiato, lavorato e coinvolto molti attori. Ognuno ha fatto la propria parte”.
Il Ministro ha chiuso la conferenza accanto agli studenti che hanno seguito la proclamazione: “Abbiamo voluto condividere questo momento con i ragazzi, perché a loro spetta il compito di portare avanti questo sapere”.



