Il moltiplicarsi dei conflitti, l’aumento della fame, i tagli ai finanziamenti internazionali e il collasso dei servizi essenziali stanno facendo precipitare le condizioni di vita di milioni di bambini in tutto il mondo. È il drammatico quadro tracciato dall’Unicef nel lancio dell’appello umanitario 2026, l’Humanitarian Action for Children (HAC), presentato oggi. Per fornire assistenza salvavita a 73 milioni di bambini in 133 Paesi e territori, l’organizzazione chiede con urgenza 7,66 miliardi di dollari.
Di questi bambini, 37 milioni sono femmine e oltre 9 milioni vivono con disabilità, un numero che evidenzia ulteriormente la vulnerabilità di una popolazione infantile già colpita da crisi sovrapposte e sempre più complesse.
Conflitti in aumento e violazioni record
Negli ultimi anni l’escalation dei conflitti ha raggiunto una portata senza precedenti. Gli sfollamenti di massa sono in aumento e i bambini restano le prime vittime: attacchi a scuole e ospedali, reclutamento forzato, violenze sessuali e altre gravi violazioni. Nel 2024 si è registrato un record assoluto: 41.370 violazioni gravi verificate, più del doppio della media degli ultimi vent’anni. In molti contesti, denuncia l’Unicef, bambini e operatori umanitari vengono deliberatamente presi di mira, rendendo ancora più difficile garantire protezione e servizi indispensabili.
Fame e carestia
L’insicurezza alimentare globale continua a crescere. Secondo le stime dell’Unicef, 20 milioni di bambini avranno bisogno di assistenza nutrizionale d’emergenza nel 2026, a causa dell’intensificarsi dei conflitti, degli shock climatici, della crisi economica e dei tagli ai fondi internazionali. Già oggi 8,3 milioni di bambini si trovano in rischio immediato di carestia in Sudan, Sud Sudan, Yemen e nello Stato di Palestina. Altri 12 milioni sono esposti a grave insicurezza alimentare in Paesi come Somalia, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Haiti, Mali e Myanmar.
La voce dell’Unicef
“In tutto il mondo i bambini coinvolti in conflitti, disastri e sfollamenti continuano ad affrontare sfide straordinarie”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef. “Le loro vite sono plasmate da forze ben oltre il loro controllo: violenza, minaccia di carestia, shock climatici e collasso dei servizi essenziali”.
Tagli ai finanziamenti
Il 2025 ha segnato un drastico deterioramento dei finanziamenti umanitari globali. I tagli già annunciati dai governi donatori stanno compromettendo la capacità dell’UNICEF di intervenire.
Programmi nutrizionali: nel 2025 il deficit ha raggiunto il 72%, costringendo l’UNICEF a ridurre gli obiettivi in 20 Paesi prioritari, passando da 42 milioni a 27 milioni di donne e bambini assistiti.
Istruzione: un buco di 745 milioni di dollari aumenta il rischio che milioni di bambini perdano l’accesso alla scuola, alla protezione e alla stabilità.
Protezione dell’infanzia: mentre le violazioni aumentano, le risorse diminuiscono, colpendo programmi cruciali come il supporto alle vittime di violenza sessuale, ai bambini reclutati da gruppi armati e ai minori con gravi traumi psicologici.
“Siamo costretti a fare scelte impossibili”, afferma Russell. “Decidere quali bambini raggiungere e quali lasciare indietro è una realtà crudele che nessuna organizzazione dovrebbe affrontare”.
Accesso umanitario limitato
L’accesso alle popolazioni colpite è oggi al minimo storico. In numerosi contesti di conflitto, i team dell’Unicef non riescono a raggiungere i bambini intrappolati tra fronti in movimento o aree assediate.
Questo rende imprescindibile una diplomazia umanitaria continua per garantire corridoi sicuri e protezione dei civili.
Nel 2026, avverte l’Unicef, oltre 200 milioni di bambini avranno bisogno di assistenza umanitaria. Molti vivono da anni in crisi prolungate che minacciano intere generazioni: malnutrizione cronica, assenza di istruzione, rischio epidemie e mancanza di protezione.
Le strategie dell’Unicef per un’azione più efficace
Nonostante la scarsità di fondi e l’aumento dei bisogni, l’Unicef sta adattando il proprio intervento, rimanendo ancorato ai diritti dei bambini. Le priorità includono:
focalizzare gli interventi salvavita con maggiore impatto;
rafforzare le collaborazioni con governi e attori locali;
investire nella preparazione, analisi dei rischi e prevenzione;
sostenere la resilienza dei sistemi nazionali;
intensificare la diplomazia umanitaria per migliorare l’accesso.
“La crisi dei finanziamenti non riflette un calo dei bisogni, ma un crescente divario tra l’entità delle sofferenze e le risorse disponibili”, sottolinea Russell. “I bambini stanno già pagando il prezzo della riduzione dei budget”.
L’appello finale
L’Unicef invita governi, istituzioni pubbliche e partner privati a:
aumentare gli investimenti a favore dell’infanzia;
garantire finanziamenti flessibili, pluriennali e prevedibili;
sostenere risposte guidate a livello locale;
difendere i principi umanitari e l’accesso sicuro alle popolazioni;
rimuovere gli ostacoli che limitano gli interventi sul campo.



