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Australia, rivoluzione digitale: da domani social vietati agli under 16

martedì, 9 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

A partire dal 10 dicembre 2025, l’Australia diventerà il primo Paese al mondo a introdurre un divieto assoluto di accesso ai social media per i minori di 16 anni. La misura, contenuta nell’Online Safety Amendment (Social Media Minimum Age) Act 2024, obbliga piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook, YouTube, Snapchat, X, Reddit, Threads, Twitch e Kick a bloccare gli account degli adolescenti sotto la soglia d’età. Il governo di Canberra ha motivato la decisione con la necessità di proteggere i minori dai rischi legati all’uso precoce e incontrollato dei social, tra cui cyberbullismo, dipendenza digitale e esposizione a contenuti inappropriati. Il primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato che “i giovani adolescenti australiani saranno presto risparmiati dallo scorrere senza fine online”. Le piattaforme dovranno adeguarsi immediatamente: si stima che oltre un milione di account verranno chiusi o sospesi. In caso di mancata conformità, le aziende rischiano multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (circa 33 milioni di dollari USA). Meta ha già iniziato a bloccare circa 150.000 account su Facebook e 350.000 su Instagram, mentre Google ha annunciato che YouTube sarà disattivato per gli under 16. Il provvedimento ha suscitato un acceso dibattito internazionale. Alcuni esperti lo definiscono un “esperimento legislativo globale”, che potrebbe ispirare altri Paesi a introdurre limiti simili. Altri, invece, sollevano dubbi sulla sua efficacia e temono che possa aprire la strada a forme di sorveglianza digitale e restrizioni eccessive. In Italia, ad esempio, il confronto è già aperto: secondo un sondaggio, 1 genitore su 5 ritiene accettabile concedere lo smartphone ai figli già a 12 anni. La scelta australiana potrebbe dunque alimentare il dibattito europeo sulla regolamentazione dell’accesso ai social per i minori. Il divieto entrerà in vigore domani alle ore 14 locali, e sarà monitorato con attenzione da governi, aziende e associazioni di tutela dei minori.

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