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Il Natale degli italiani: un segno di ripresa per i consumi, ma con cautela

Sangalli: "Chiediamo quindi al Governo la detassazione degli aumenti contrattuali"
domenica, 7 Dicembre 2025
1 minuto di lettura

Con l’inflazione sotto controllo, i livelli occupazionali ai massimi storici e il potere d’acquisto in crescita, dicembre si presenta come un mese decisivo per i consumi delle famiglie italiane. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio, il periodo natalizio potrebbe segnare un’inversione di tendenza per la spesa delle famiglie, che, tra il 2019 e il 2025, è aumentata appena dello 0,8%. Nonostante ciò, diversi indicatori suggeriscono una possibile ripresa, anche grazie all’ottima performance della Black Week, che ha registrato un giro d’affari di 5 miliardi di euro, segnando un incremento del 20% rispetto all’anno precedente.

Tredicesime e la spesa media

Secondo lo studio di Confcommercio, le tredicesime destinate ai consumi toccheranno quest’anno i 49,9 miliardi di euro, segnando un aumento di 2,4 miliardi rispetto al 2024. Questo comporterà un incremento della spesa media per famiglia, che raggiungerà i 1.964 euro, con un aumento di 53 euro rispetto all’anno scorso. Tuttavia, la spesa per i regali di Natale non subirà un forte aumento, restando sostanzialmente stabile: 211 euro pro capite contro i 210 euro del 2024.

I nuovi trend di consumo

La vera novità di questo Natale riguarda le preferenze di consumo degli italiani. Nonostante la prudenza nel budget per i regali, aumenta la propensione a concedersi piccoli piaceri personali. Tra le priorità emergenti figurano l’acquisto di elettrodomestici, le cene fuori al ristorante, le serate a teatro e al cinema, le visite ai musei e una crescente attenzione al benessere.

Il mercato dei regali

Pur rimanendo moderato per singolo regalo, il totale dedicato alle “strenne” raggiungerà comunque i 10,1 miliardi di euro, il livello più alto dal 2020. La percentuale di italiani che acquisterà regali salirà all’81,5%, un incremento rispetto al 79,9% dello scorso Natale. Al contrario, diminuiscono quelli che prevedono di affrontare festività “dimesse” (dal 77,1% al 72,7%), mentre cresce la percentuale di chi affronta con piacere le spese natalizie, salita dal 44,4% al 47,8%.

Sangalli: un cauto ottimismo

Le basi solide della nostra economia e il risveglio dei consumi ci permettono di guardare con cauto ottimismo alle spese di Natale”, afferma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. “Tuttavia, per consolidare questa tendenza, sono necessari segnali concreti. Chiediamo quindi al Governo la detassazione degli aumenti contrattuali, anche per quei settori che coinvolgono milioni di lavoratori, come il terziario e il turismo”.

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