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Nuovo Codice dell’edilizia, via libera del Cdm: regole più lineari e tempi certi per i permessi

La riforma punta su silenzio-assenso e procedure unificate. Salvini rivendica la svolta, Casellati parla di nodo strutturale affrontato. Il Mit frena: “Nessuna sanatoria per gli abusi del passato”
venerdì, 5 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Tutto come anticipato. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla delega che consentirà al Governo di riscrivere il Codice dell’edilizia e delle costruzioni in modo da avviare una revisione complessiva dell’attuale impianto normativo, risalente a oltre vent’anni fa e appesantito da modifiche stratificate. L’obiettivo dichiarato? È quello di ridurre i tempi dei procedimenti, semplificare i rapporti tra istituzioni e introdurre strumenti digitali che rendano più trasparente il percorso autorizzativo. Il principio del silenzio-assenso, già presente nel sistema, viene indicato come una delle leve principali per accelerare i titoli abilitativi. La relazione che accompagna il disegno di legge parla di un utilizzo più ampio del meccanismo, utile a evitare stalli dovuti all’inerzia amministrativa e a garantire scadenze certe per chi richiede permessi o regolarizzazioni. La previsione comprende anche il cosiddetto ‘silenzio devolutivo’, che trasferisce la competenza a un’altra amministrazione quando l’ente titolare non rispetta i termini.

Un altro punto rilevante riguarda l’adozione di procedure unificate: proprietari e professionisti potranno richiedere, attraverso un’unica istanza, più autorizzazioni relative allo stesso intervento, incluse eventuali richieste in sanatoria. L’intento è evitare passaggi separati tra uffici diversi, riducendo così tempi e costi.

Digitalizzazione integrale dei processi

Il progetto di riforma punta inoltre alla digitalizzazione integrale dei processi. Le amministrazioni dovranno interoperare tramite banche dati condivise, mentre è prevista la progressiva costruzione di un’anagrafe e di un fascicolo digitale delle costruzioni, concepiti come strumenti permanenti in grado di raccogliere la storia urbanistica e amministrativa di ogni immobile. Secondo il governo, questa infrastruttura consentirà una gestione più ordinata del patrimonio edilizio e un accesso immediato alle informazioni necessarie alla progettazione e alla verifica dei requisiti. Dopo il via libera del Cdm, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha rimarcato il valore dell’intervento, presentandolo come parte di un più ampio processo di riordino che ha già investito codice della strada e codice degli appalti. Salvini ha sostenuto che la riforma mira a evitare situazioni di conflitto istituzionale che, come in recenti vicende giudiziarie, hanno frenato progetti strategici, creando incertezza per amministrazioni e operatori.

A esprimere soddisfazione è stato anche il Ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, che ha individuato nella delega uno strumento per definire con maggiore precisione la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni. Casellati ha sottolineato la necessità di superare un quadro normativo frammentato, introducendo regole uniformi e processi digitalizzati che facilitino le attività di chi costruisce o riqualifica.

Il Mit precisa

Il Ministero delle Infrastrutture ha però ritenuto necessario precisare un punto oggetto di discussione pubblica: la delega non introduce alcuna norma destinata a regolarizzare abusi edilizi pregressi. Il Mit ha parlato di interpretazioni fuorvianti circolate negli ultimi giorni e ha ribadito che il testo punta esclusivamente a razionalizzare la disciplina vigente, senza riaprire capitoli collegati al passato. La riforma, secondo il ministero, nasce da un confronto con progettisti, imprese e amministratori locali ed è stata pensata per costruire un sistema più lineare, capace di sostenere investimenti e di agevolare l’accesso alla casa. L’esecutivo ha ritenuto che un contesto normativo meno contraddittorio possa avere un impatto diretto sulla capacità del settore di generare sviluppo e rigenerazione urbana.

Positivo anche il giudizio del mondo imprenditoriale. Il Presidente di Confindustria Assoimmobiliare Davide Albertini Petroni ha visto nella delega un primo passo verso un ordinamento più leggibile. In particolare ha apprezzato l’intenzione di distinguere con maggiore precisione le diverse categorie di intervento e di valorizzare il principio dell’indifferenza funzionale tra destinazioni d’uso simili nelle zone già urbanizzate, elemento ritenuto utile a rendere i processi di trasformazione urbana più coerenti con le reali esigenze delle città.

Vertici Arera

Al termine del Cdm il Governo ha anche provveduto al rinnovo dei vertici di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Su proposta del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso il Consiglio ha nominato Nicola Dell’Acqua Presidente dell’Autorità. Entrano nel collegio Alessandro Bratti, Livio De Santoli, Lorena De Marco e Francesca Salvemini. Rinviato invece a una prossima seduta del Consiglio dei ministri il disegno di legge per l’attuazione del Patto Ue su migrazione e asilo del 14 maggio 2024.

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