Un nuovo, drammatico attacco ha colpito la Nigeria centrale: almeno 215 studenti sono stati rapiti da una scuola cattolica nello stato di Kaduna, in quello che le autorità definiscono “uno dei più gravi sequestri di massa degli ultimi anni”. L’assalto, avvenuto nella notte, è stato compiuto da un gruppo armato che ha fatto irruzione nell’istituto, costringendo gli insegnanti e gli alunni a seguirli verso una zona boschiva. Secondo fonti locali, l’azione sarebbe riconducibile a milizie criminali che operano nella regione, spesso con legami con gruppi jihadisti. L’attacco ha suscitato immediata indignazione, soprattutto per il bersaglio scelto: una scuola cattolica, simbolo della comunità cristiana in un’area già segnata da tensioni religiose. Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha condannato l’accaduto, promettendo “una risposta dura e immediata”. L’esercito ha avviato operazioni di ricerca con droni e pattuglie terrestri, mentre le famiglie degli studenti si sono radunate davanti alla scuola chiedendo notizie e sicurezza. La Conferenza Episcopale Nigeriana ha parlato di “un attacco alla libertà religiosa e al futuro del Paese”, invitando la comunità internazionale a non restare indifferente. Anche il Vaticano ha espresso solidarietà, con Papa Leone che ha definito il rapimento “un crimine atroce contro i più innocenti”. Gli analisti sottolineano che i rapimenti di massa nelle scuole sono diventati una strategia ricorrente dei gruppi armati in Nigeria, utilizzata per ottenere riscatti e per destabilizzare le comunità. Dal 2014, anno del celebre sequestro delle ragazze di Chibok da parte di Boko Haram, il fenomeno non si è mai fermato. La popolazione, intanto, vive nell’angoscia. “Non sappiamo se rivedremo i nostri figli,” ha dichiarato una madre tra le lacrime. La violenza contro i cristiani, già in aumento negli ultimi mesi, rischia di alimentare nuove tensioni interconfessionali.



